Anche nel 2025 sarà possibile andare in pensione a 57 anni con 20 anni di contributi, ma si tratta di una misura che, pur essendo aperta alla generalità dei lavoratori, non possono utilizzare tutti.
La normativa prevede uno scivolo pensionistico (non si parla di pensione anticipata, quindi, ma di scivolo che accompagna alla pensione di vecchiaia) strutturale, si tratta quindi di una misura che non deve essere confermata anno dopo anno. In questo caso parliamo della RITA che permette il pensionamento a partire dai 57 anni di età e con soli 20 anni di contributi.
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Pensione a 57 anni con 20 anni di contributi
Andare in pensione a 57 anni con soli 20 anni di contributi significa poter lasciare il lavoro a questa età. La “pensione” in questione, però, non è pagata dall’Inps e proprio per questo si tratta di una tipologia di pensione che si può pianificare nel tempo.
A consentire l’uscita a 57 anni è la RITA, la rendita integrativa temporanea anticipata, che possono richiedere tutti coloro che hanno sottoscritto una pensione integrativa e vi hanno versato contributi per almeno 5 anni.
La RITA consente due tipologie di uscite, una ad almeno 57 anni di età e una al compimento dei 62 anni. In entrambi i casi per accedere è necessario aver versato almeno 20 anni di contributi obbligatori che garantiscono il diritto alla pensione di vecchiaia al compimento dei 67 anni. Perchè, ricordiamo, che la RITA è solo uno scivolo che accompagna il lavoratore che si mette a riposo alla pensione di vecchiaia e non una pensione vera e propria.
Pensione a 57 anni solo per disoccupati
Abbiamo detto che la RITA prevede due possibilità di uscita, ma in questo articolo andremo ad approfondire solo quella che riguarda i 57 anni di età. Per chi fosse interessato all’uscita a 62 anni consigliamo la lettura dell’articolo La pensione a 62 anni si deve pianificare già 10 anni prima.
A 57 anni con la RITA può andare in pensione chi si trova a soddisfare tutte le seguenti condizioni:
- aver versato almeno 20 anni di contributi;
- aver compiuto 57 anni di età (trovarsi a 10 anni di distanza dalla pensione di vecchiaia);
- essere titolari di una pensione integrativa in cui vi siano contributi versati per almeno 5 anni;
- essere disoccupati da almeno 24 mesi.
Va ricordato che con la RITA la rendita mensile che spetta fino al compimento dei 67 anni è determinata dall’ammontare dei contributi versati nel fondo integrativo: il tesoretto viene utilizzato per liquidare una rendita mensile al beneficiario.
Questo significa che più è alto l’ammontare dei contributi versati nel fondo e più sarà alta la rendita mensile che spetta. Sarà lo stesso beneficiario, poi, a decidere la percentuale di importo da destinare allo scivolo pensionistico e quella da conservare per garantirsi anche una pensione integrativa dopo i 67 anni.