Uscire dal mondo del lavoro prima dei 67 anni si fa, di anno in anno più difficile, soprattutto per chi non ha accumulato più di 20 anni di contributi. Le regole di pensionamento si fanno sempre più rigide e stringenti a causa dei conti in rosso dell’Inps e della necessità di mantenere il sistema previdenziale stabile.
Fino a qualche anno fa, pagando di tasca propria, il lavoratore poteva decidere di uscira dal mondo del lavoro a 63 anni e con soli 20 anni di contributi grazie all’Ape volontario. La misura, però, che era sperimentale, è cessata nel 2021 senza essere prorogata, nonostante non portasse aggravi per le casse dello stato.
Non tutti lo sanno ma se si programma per tempo la pensione e si riesce a finanziare l’anticipo di tasca propria, è possibile uscire dal mondo del lavoro a 57 anni o a 62 anni e con soli 20 anni di contributi versati.
Come uscire dal mondo del lavoro a 57 e 62 anni
Esiste una misura che è poco conosciuta perché poco pubblicizzata che consente di uscire dal mondo del lavoro 5 o 10 anni prima. Per utilizzarla bisogna programmare l’uscita, o meglio, bisogna pensarci prima perchè si tratta di uno scivolo pensionistico che accompagna alla pensione di vecchiaia che si deve pagare di tasca propria.
Che convenienza c’è, chiederanno in molti. C’è la convenienza di garantirsi una pensione nel caso si perda il lavoro senza essere arrivati a 67 anni o di garantirsi una alternativa nel caso il lavoro diventi troppo pesante con l’avanzare dell’età.
Come funziona? Si tratta della RITA, una rendita che accompagna il lavoratore a 67 anni finanziata con la pensione integrativa. Per averne diritto, però, si devono avere contributi versati di tasca propria in un fondo pensione complementare ed è proprio per questo motivo che è necessario pensarci prima di avere bisogno di utilizzare la misura.
Versare in un fondo pensione
La RITA, come detto, richiede almeno 5 anni di contributi versati in un fondo pensione integrativo, contributi che poi andranno a finanziare la rendita se ce ne fosse bisogno. Se, invece, non si utilizzano per l’anticipo possono andare a integrare la pensione futura che si prenderà.
Si tratta di una sorta di salvadanaio che permette al lavoratore di anticipare di qualche anno la pensione o, in alternativa, di avere un reddito più alto al momento del pensionamento.
La RITA permette l’accesso, a patto di avere almeno i 20 anni di contributi che sono necessari per accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni, a chi ha compiuto 57 anno se è disoccupato da almeno 24 mesi o a chi ha compiuto 62 anni in tutti gli altri casi.
Visto che il sistema previdenziale è in continuo mutamento (e mai a favore del lavoratore) pensare alla RITA come possibilità di anticipo pensionistico potrebbe essere interessante per chi sa già in partenza di non riuscire a raggiungere i requisiti richiesti dalla pensione anticipata ordinaria.