Andare in pensione a 58 anni, oppure lasciare il lavoro a 58 anni. Può sembrare la stessa cosa e invece non lo è. Infatti ciò che è molto difficile al giorno d’oggi è ipotizzare di poter andare in pensione così presto, ma lasciare il lavoro è un’altra cosa.
Ci sono indennità, prestazioni di accompagnamento alla pensione e strumenti che, anche se non consentono propriamente di prendere una pensione a 58 anni, consentono quantomeno di essere accompagnati alla pensione. Lasciando il lavoro subito, la cui cosa non va quindi confusa con l’andare in pensione. Ecco quindi come lasciare il lavoro a 58 anni di età, ma senza aver già raggiunto il diritto alla pensione a 58 anni di età.
Pensione a 58 anni? Ecco quando lasciare il lavoro a questa età si può
Per andare in pensione a 58 anni di età bisogna riuscire a rientrare nelle misure di pensionamento che sono distaccate da qualsiasi limite anagrafico. Ma è necessario aver iniziato a lavorare più o meno dai 15 anni. Difficile che ci siano soggetti che davvero sono stati capaci di lavorare dai 15 anni e fino ad oggi praticamente ininterrottamente in modo tale da completare i 42,10 anni di contributi necessari alle pensioni anticipate ordinarie. E le cose non cambiano granché con la quota 41 per i precoci. Una misura che è vero che si centra solo se l’interessato ha almeno un anno di versamenti prima dei 19 anni di età, ma per riuscire a completare 41 anni di contributi già a 58 anni di età serve aver iniziato a lavorare almeno a 17 anni, e sempre ininterrottamente.
Via dal lavoro a 58 anni di età con 39 anni di contributi
Ma è proprio la quota 41 precoci una misura che consente di accelerare l’uscita dal lavoro. Come tutti sanno infatti la misura si rivolge solo a determinate platee di lavoratori. Parliamo di caregivers che da 6 mesi convivono con un familiare (parente di primo grado o parenti e affini fino al secondo grado ma solo in determinate situazioni) disabile grave da assistere. Disoccupati che da 3 mesi sono senza Naspi, invalidi al 74% almeno o addetti ai lavori gravosi e usuranti.
Ed è proprio il disoccupato colui che può lasciare il lavoro a 58 anni di età con 39 anni di contributi. E adesso vedremo come.
La quota 41 precoci è una misura che può essere percepita dai disoccupati ma solo dopo aver percepito interamente la loro Naspi spettante dopo aver perso il lavoro involontariamente.
La Naspi si può prendere fino a massimo 24 mesi per chi viene da 4 anni almeno di lavoro ininterrotto. Perché l’indennità per disoccupati dura esattamente la metà delle settimane lavorate nel quadriennio precedente ma fino a massimo 2 anni. E durante il periodo di Naspi, si matura pure la contribuzione figurativa. Che al diretto interessato serve per arrivare dai 39 anni di versamenti ai 41 anni.