Ancora nulla di certo per la proroga dell’Opzione donna 2023. E sembrerebbe che la pensione a 58 anni resti ancora legata al numero dei figli e a particolari categorie di tutela. La proroga ci sarà sicuramente, ma non sappiamo ancora con certezza come.
Al momento la bozza prevede che l’età di accesso sia legata al numero dei figli avuti (dai 58 ai 60 anni di età sempre con 35 anni di contributi), ma si sta riflettendo su questa cosa. E si potrebbe cambiare idea entro la fine dell’anno.
Chi potrà accedere sicuramente a 58 anni nel 2023?
Ma c’è chi, comunque vadano le cose potrà accedere in ogni caso alla misura a 58 anni. Sia che si modifichi quanto attualmente previsto nella bozza della manovra.
Ovviamente le donne che rientrano nei profili di tutela (caregiver e invalide) con almeno 2 figli. E le disoccupate. In questo caso l’accesso a 58 anni è garantito anche senza modifiche alla Legge di Bilancio 2023.
Ma nonostante ci siano modifiche o no alla manovra è da tenere conto che potranno accedere tutte le lavoratrici che hanno perfezionato i requisiti previsti per quest’anno grazie alla cristallizzazione. Ovvero coloro che hanno raggiunto i 58 anni entro la fine del 2021, sia in presenza di figli che in assenza. Sia appartenendo o meno ai profili di tutela.
La nuove versione della pensione a 58 anni
La nuova versione dell’Opzione donna sarebbe sicuramente molto più restrittiva, al punto che si sta meditando anche su una proroga secca. Ma non per l’intero anno, bensì solo per 6 o 8 mesi. Il tempo di approntare la riforma pensioni definitiva. Ma in questo caso si sta pensando a come arginare le uscite. E l’idea sarebbe quella di ritardare, per le dipendenti pubbliche, l’erogazione del TFS.
Oggi per chi accede all’Opzione donna la buonuscita è liquidata dopo circa 27 mesi. L’idea è quella di posticiparla dopo il compimento dei 67 anni, ritardando, di fatto il TFS alle statali di circa 9 anni.