Se qualcuno chiede ad un qualsiasi lavoratore quale sarebbe l’età giusta per andare in pensione probabilmente la risposta più diffusa sarebbe a 60 anni. Perché questo? perché a 60 anni, soprattutto con una carriera abbastanza lunga, c’è chi vorrebbe poter dire basta di lavorare. Ma a 60 anni si può uscire dal lavoro già adesso. Infatti ci sono alcune misure che lo consentono. Una su tutte è la pensione anticipata ordinaria, che non ha particolari limitazioni se si esclude la carriera contributiva. Ma per le donne esiste pure l’opzione. Con taglio di assegno ma pur sempre opportunità di anticipare la quiescenza proprio a 60 anni. E nel futuro si ragiona sul far diventare libera anche agli uomini questa opportunità.
La pensione a 60 anni nel 2023, ecco i fortunati
Fortunati sono coloro che hanno la possibilità di andare in pensione a 60 anni di età. Per le donne la possibilità è maggiore per via di una misura loro dedicata. Per la generalità dei lavoratori invece una uscita a 60 anni riguarda solo le misure che non prevedono limiti di età. Infatti nulla vieta di poter accedere alla pensione a 60 anni per chi ha iniziato a lavorare presto ed ha completato i 41 anni di contributi versati. Invalidi, caregiver, disoccupati o alle prese coi lavori gravosi sono le categorie che possono sfruttare la quota 41 precoci. Le donne che arrivano a 41 anni e 10 mesi invece, anche senza rientrare tra le precoci o tra le disoccupate, le invalide, le caregivers o le lavoratrici alle prese con le attività gravose, possono godere della pensione anticipata ordinaria. Facoltà che riguarda pure gli uomini che invece devono però completare 42 anni e 10 mesi di contribuzione.
Opzione donna che diventa anche opzione uomo? ecco come
Per le donne che hanno completato entro la fine del 2022 i 35 anni di carriera e che hanno, alla stessa data, già compiuto i 60 anni di età c’è la possibilità di accedere ad opzione donna. In pensione ancora prima per chi ha avuto dei figli. Infatti l’uscita sarebbe a 59 anni con un figlio o a 58 con due o più figli. Nel 2023 però opzione donna ha una limitazione della platea delle lavoratrici a cui è destinata. Oltre che età e contributi, occorre che l’interessata sia caregivers, invalida, disoccupata o assunta in aziende con tavolo di crisi avviato. E naturalmente la pensione con opzione donna resta penalizzata dal regime di calcolo. Infatti le donne “optanti” devono accettare che l’INPS calcoli la loro pensione con il solo metodo contributivo. Tradotto in soldoni, una pensione che per molte potrebbe essere decurtata del 30/35%.
Il ricalcolo della pensione a 67 anni di età
E se alla fine il taglio finisse con l’essere applicato solo fino a 67 anni? una soluzione utile a donare di maggiore appeal la misura. A 67 anni infatti la pensione potrebbe essere liquidata nuovamente, con la parte retributiva della stessa. E se la via è questa, opzione donna potrebbe diventare opzione per tutti, aprendo anche ai lavoratori con 60 anni di età e 35 di contributi, magari completati entro il 31 dicembre 2023 in modo tale da poter mandare in pensione gli interessati nel 2024.