I nati nel 1963 nel 2023 compiranno 60 anni di età. Una età che per la pensione è troppo piccola, almeno stando alle regole odierne ed a quello che verrà introdotto dal governo adesso. Nemmeno la nuova quota 103 prevede una età così bassa per poter andare in pensione. Ma perché 60 anni di età rischia di diventare l’età idonea anche per la pensione? Perché dal 2023 chi è nato entro il 1963 per lo Stato sarà considerato un soggetto non attivabile. Cosa significa questo termine e perché rischia di diventare fondamentale anche dal punto di vista delle pensioni?
Pensione a 60 anni dal 2023 e perché sarebbe il caso
Attivabile al lavoro è una frase che oggi è molto diffusa anche perché è collegata sostanzialmente al reddito di cittadinanza. Infatti tra le modifiche alla misura di contrasto alla povertà che il Governo Meloni vuole inserire a partire da gennaio, c’è il vincolo di fruizione per età. E udite udite, sotto i 60 anni di età chi richiede il sussidio potrà percepirlo solo per 8 mesi e non per 12. E dal 2024 sotto i 60 anni di età potrebbe essere impossibile prendere anche il sussidio che sostituirà il reddito di cittadinanza, che si chiami reddito di sussistenza o che abbai un altro nome. Cosa significa questo? Che di fronte a misure assistenziali, a sussidi e bonus, sotto i 60 anni essendo abili al lavoro i cittadini potrebbero essere tagliati fuori. Ribaltando il discorso, significa che oltre i 60 anni di età è esattamente il contrario. A partire dai 60 anni di età, in base all’indirizzo del governo, diventa complicato lavorare e forse diventa complicato trovare lavoro. A tal punto da mettere questa fascia di popolazione nel perimetro di un sussidio contro la povertà o simile.
La pensione a 60 anni di età meglio di un sussidio
Prendere il reddito di cittadinanza per un single che ha casa con contratto di affitto regolarmente registrato significa godere di un trattamento massimo di 780 euro al mese. Senza casa in affitto si scende a 500 euro. Un sessantenne che prende il reddito di cittadinanza prende quindi questa somma di danaro. Gravando sulle casse dello Stato dal punto di vista assistenziale. E prenderà questo sussidio fino ai 67 anni di età, perché a quella età è fissata l’uscita con la pensione di vecchiaia. E allora perché non pensare alla pensione a 60 anni dal 2023? a questo punto, anziché dare un sussidio al diretto interessato, anche moralmente meglio liquidargli la pensione maturata a quella data. Inutile considerarlo una zavorra per il sistema assistenziale se ha i contributi versati che aspettano solo di diventare pensione.