Pensione a 60,4 anni o con 35,10 di contributi e la riforma delle pensioni può anche aspettare Pensione a 60,4 anni o con 35,10 di contributi e la riforma delle pensioni può anche aspettare

Pensione a 60,4 anni o con 35,10 di contributi e la riforma delle pensioni può anche aspettare

Se qualcuno pensa che l’unica strada per andare in pensione molto prima rispetto ai requisiti di oggi è una nuova riforma delle pensioni è fuori strada. La riforma Fornero può anche non essere cancellata e non essere superata. In effetti sono due le motivazioni che possono spingere qualcuno a trovare di fatto quasi inutile una nuova riforma delle pensioni. In primo luogo perché per quello che si dice, se venisse varata una nuova riforma per davvero, tra penalizzazioni praticamente obbligatorie da inserire per le nuove misure di pensionamento anticipato e limitazioni sempre più forti per i neo pensionati, i vantaggi sarebbero da valutare caso per caso essendo forse di più gli svantaggi. Ma poi c’è anche da considerare che già oggi esistono misure che permettono di uscire molto prima dal lavoro. Solo che molti non le conoscono e non sanno di poterle usare. Per esempio, grazie ad una pensione a 60,4 anni o con 35,10 di contributi, la riforma delle pensioni può anche aspettare.

Come lasciare il lavoro oggi a 60 anni e 4 mesi di età

Fino al 2026 i requisiti per andare in pensione con i canali ordinari collegati alla riforma Fornero saranno sempre gli stessi. Solo nel 2027 si dovrebbe tornare a collegare le pensioni di vecchiaia e quelle anticipate alle aspettative di vita della popolazione. Pertanto, almeno fino a fine 2026 il tetto resterà pari a 67 anni di età e 20 anni di contributi per le pensioni di vecchiaia. E a 42,10 anni di contributi versati per gli uomini o 41,10 anni di contributi versati per le donne con le pensioni anticipate.
Ma sempre fino al 2026 resta attivo uno scivolo molto importante che consente a determinati contribuenti di andare a riposo già a 60 anni e 4 mesi di età o con “solo” 35 anni e 10 mesi di contributi versati. In quest’ultimo caso a prescindere da qualsiasi requisito anagrafico. E proprio per loro grazie a questo scivolo, l’attesa di una nuova riforma delle pensioni che cancelli la legge Fornero è praticamente inutile.

Pensione a 60,4 anni o con 35,10 di contributi e la riforma delle pensioni può anche aspettare

La misura di cui parliamo oggi è lo scivolo per i lavoratori del settore privato meglio noto come Isopensione. E con questa misura si può andare in pensione di fatto, anche 7 anni prima dei requisiti ordinari. Sia quelli della pensione di vecchiaia che quelli della pensione anticipata. A dire il vero l’Isopensione prevede un taglio di 4 anni rispetto ai requisiti ordinari, ma dopo la conferma della misura fino al 2026 il limite è salito a 7 anni e confermato come tale.
Quindi, chi si trova a 7 anni di distanza dai 67 anni di età per la pensione di vecchiaia o a 7 anni di contributi dai 42,10 o 41,10 delle pensioni anticipate ordinarie, può accedere a determinate condizioni a questa sorta di prepensionamento. E di fatto c’è la concreta possibilità di godere della pensione a 60,4 anni o con 35,10 di contributi. la misura come detto si rivolge esclusivamente ai lavoratori dipendenti del settore privato. E solo per quelli che sono a libro paga di aziende che hanno in organico non meno di 15 dipendenti.

Come funziona l’Isopensione con i suoi 7 anni di anticipo

Di fatto l’Isopensione con la sua pensione a 60,4 anni o con 35,10 di contributi è un assegno di prepensionamento che l’INPS eroga agli interessati come una normale pensione. Solo che è finanziata dal datore di lavoro.

Una indennità di prepensionamento, completamente a carico dell’azienda a tal punto che oltre al rateo mensile garantisce anche la relativa contribuzione figurativa che il lavoratore sfrutterà quando passerà a prendere la sua vera pensione ordinaria una volta raggiunti i requisiti previsti. L’Isopensione è una misura che nasce proprio con la riforma Fornero. E come tale garantisce un enorme vantaggio per i lavoratori che riusciranno a sfruttarla. La misura infatti è particolare come struttura e non è dipendente solo dalla volontà di pensionamento del lavoratore. In pratica quest’ultimo non può fare tutto da solo presentando la domanda, ma deve passare dalla volontà dell’azienda di utilizzare lo strumento. E da un preventivo accordo in sede ministeriale, tra datori di lavoro e sindacati più rappresentativi in seno alla stessa azienda.

Ecco come capire bene il meccanismo della pensione a 60,4 anni o con 35,10 di contributi

Ricapitolando, la legge Fornero introdusse dal 2012 l’Ispoensione. Una misura che consentiva di anticipare l’uscita di 4 anni rispetto ai requisiti ordinari, ma che nel tempo, dopo la legge di Bilancio 2018, migliorò come vantaggio per i lavoratori. Passando come già detto a 7 anni di anticipo.
Ed è proprio la legge numero 205 del 2017, cioè la legge di Bilancio di allora, a confermare questa misura almeno fino al 2026. la misura rientra nel novero di quelle destinate a gestire l’esodo e gli esuberi aziendali. Perché come detto ci vuole il via libera del datore di lavoro che deve sottoscrivere con le parti sociali l’intesa per anticipare il pensionamento dei lavoratori che si trovano a quella distanza dalle pensioni ordinarie. Naturalmente il dipendente che rientra in questo ipotetico prepensionamento deve avere l’ultima parola ed accettare l’uscita.