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Pensione a 61 anni 2023 ma con quanti contributi?

Pensione a 61 anni nel 2023 ma con contributi variabili in base alla misura introdotta e a libera scelta del lavoratore.

L’idea è quella di superare la Legge Fornero in due fasi. La prima è prorogando le vecchie misure che il 31 dicembre prossimo scadranno. La seconda è mettendo mani al sistema, producendo misure ex novo che permettano a chi corre il rischio di restare intrappolato nelle rigide regole della riforma Fornero, di uscire prima dal lavoro. Ma soprattutto, lasciando ai lavoratori la libertà di operare, nel senso che ilo pensionamento a partire da una certa età deve essere libero ed a libera scelta del lavoratore. Una nuova pensione a 61 anni 2023 che farebbe gola a molti è quello che potrebbe presto diventare realtà.

Le pensioni contributive 2023 e perché si cercano alternative

Nel 2023 come quest’anno, dovrebbero restare attive delle misure che in questi anni sono state valide alternative alle classiche misure della legge Fornero. Parliamo sostanzialmente di opzione donna, dell’Ape sociale e di Quota 102 che ha preso il posto di Quota 100 proprio nel 2022. Tre misure con tre tipologie di problematiche abbastanza evidenti. La prima misura, cioè opzione donna ha nel suo calcolo contributivo una sorta di deterrente al suo utilizzo. Scegliere di lasciare il lavoro a 58 anni per una lavoratrice dipendente, o a 59 anni per una autonoma, porta ad un taglio di assegno non indifferente, sulla base del 20/30% o oltre. L’Ape sociale invece è una misura forse più assistenzialista che previdenziale. Non ha tredicesima, non prevede maggiorazioni, non è integrata al trattamento minimo. Sono solo alcune delle limitazioni della misura, a cui si aggiunge l’assenza di trattamenti di famiglia e il fatto che non è reversibile mortis causa del beneficiario. Inoltre è una misura destinata solo a gravosi, caregivers, invalidi e disoccupati.

La Quota 102 un ricordo: ecco le nuove Quota 100 o 103 e restyling della 102

Meno limitativa e meno vincolata la Quota 102, ma solo come platea e regole di calcolo. Perché la rigidità della misura odierna, come lo era però anche la Quota 100 precedente, è evidente. Per accedere alla Quota 102 nel 2022 servono non meno di 38 anni di contributi versati e non meno di 64 anni di età. Per la Quota 100 serviva la stessa carriera contributiva ma una età non inferiore a 62 anni. Ripristinare la Quota 100, oppure confermare la Quota 102, o ancora, passare alla Quota 103 sono le ipotesi che si fanno sulle nuove pensioni. E sarebbero misure meno rigide come struttura. Infatti si abbasserebbe l’età a partire dalla quale le misure potrebbero essere fruibili. E si abbasserebbe la dote contributiva da avere.

Pensione con somma di età e contributi, come funziona la quota

L’età partirebbe a 61 per la Quota 100. Resterebbe la regola della sommatoria tra età e contributi che deve dare 100. E così che uscirebbero a 61 anni quelli con 39 anni di contribuiti o a 62 anni quelli con 38. La soglia contributiva minima fissata a 35 anni apre alla possibilità di accedere con Quota 100 anche a chi ha 65 anni di età e proprio i 35 anni prima citati.

Niente penalizzazioni di assegno sulla pensione

Con Quota 102 ridisegnata si alzerebbero le soglie, perché per fare 102 a 61 anni serviranno 41 anni di contributi versati ed a scalare man mano che sale l’età. Stesso discorso con la Quota 103 che a 61 anni di età necessiterebbe di 42 anni di carriera. A 66 anni per esempio ne basterebbero 37 come a 65 anni ne servirebbero 36. Flessibilità assoluta quindi, con una età pensionabile che a 61 anni darebbe diverse combinazioni possibili agli interessati.