La pensione a 61 anni non è un’utopia e ci sono diverse misure che la consentono. In Italia raggiungere quanto prima l’ uscita dal mondo del lavoro è diventato quasi un dovere per il lavoratore.
Superati i 60 anni quasi tutti i lavoratori iniziano a pensare al pensionamento, non per poca voglia di lavorare quanto per paura che una modifica del sistema previdenziale possa vietare l’uscita conquistata di diritto. Ciò che è accaduto con la riforma Fornero ha dato una lezione. La storia degli esodati, rimasti di colpo con una pensione sempre più distante e senza lavoro per una programmazione dell’uscita che non aveva, inevitabilmente, tenuto conto delle novità introdotte dopo, è un esempio di ciò che a volte accade.
Ecco perché c’è chi pensa ad una soluzione immediata per andare al lavoro, magari anche con la pensione a 61 anni.
Pensione a 61 anni,con quali misure?
Le misure che consentono il pensionamento a 61 anni sono diverse. Non mancano le occasioni quindi. E adesso andiamo ad analizzarle una per una.
La prima misure, che è sicuramente quella maggiormente utilizzata dai lavoratori è la pensione anticipata ordinaria. Una misura che richiede 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini un anno in meno per le donne. Non essendoci limiti di età è evidente che anche a 61 anni si può uscire dal lavoro. Ma come?
Basta aver iniziato a lavorare a 18 anni nel caso degli uomini e a 19 anni nel caso delle donne. Con un lavoro costante e duraturo, senza grandi interruzioni ecco che si può centrare la pensione anticipata ordinaria e andare in pensione a 61 anni.
Le altre misure a 61 anni, ecco alcune soluzioni
Un’altra misura che consente l’accesso alla pensione a 61 anni (ma volendo anche prima) è la quota 41 per lavoratori precoci che richiede almeno 41 anni di contributi versati ma con 12 mesi di contributi versati prima del compimento dei 19 anni di età.
Se è vero ciò che abbiamo detto prima per la pensione a 61 anni con 42,10 anni di versamenti, evidentemente è più facile centrare una pensione che necessita solo di 41 anni di versamenti.
Però bisogna appartenere ad una delle categorie tutelate, ovvero caregiver, invalidi, disoccupati, gravosi o usuranti.
Anche in questo caso per poter accedere è necessario aver iniziato a lavorare molto presto, e non solo perché è necessario avere iniziato a lavorare prima dei 18 anni per maturare l’anno di contribuzione antecedente i 19 anni di età.
Gli altri casi in cui si va in pensione a 61 anni
La pensione a 61 anni è riconosciuta per i lavoratori invalidi all’80% che sono dipendenti del settore privato ed hanno maturato almeno 20 anni di contributi. I 61 anni servono agli uomini, mentre per le donne bastano 56 anni.
L’invalidità deve però essere specifica e non civile. Nel senso che deve essere una riduzione della capacità lavorativa, ma per il lavoro che l’interessato svolge comunemente nella sua vita lavorativa.
Ultima misura, ma non certamente meno importante è la quota 97,6 meglio nota come scivolo per i lavoratori usuranti.
La misura richiede almeno 35 anni di contributi versati, almeno 61 anni e 7 mesi di età e che la somma età e contributi restituisce almeno il numero 97,6.