Come trasformare la situazione di invalidità in una pensione, la guida e le prestazioni Come trasformare la situazione di invalidità in una pensione, la guida e le prestazioni

Pensione a 61 anni subito per tutti, bastano 35 anni di contributi già nel 2021

Molti strumenti previdenziali negli ultimi anni hanno subito notevoli modifiche rispetto a prima. Per esempio l’Ape sociale nel 2024 ha un requisito anagrafico di 5 mesi superiore rispetto al solito. Infatti dai 63 anni di età si è passati a 63 anni e 5 mesi. Ma non solo, perché nel 2024 c’è il divieto di cumulare redditi da lavoro e redditi da pensione. La quota 103 per esempio, nel 2024 è diventata una misura contributiva (prima era mista) e prevede un importo non più alto di 4 volte il trattamento minimo (prima era 5 volte). Pure l’opzione donna è stata modificata. Una misura questa, che da due anni a questa parte ha limiti di platea e requisiti più elevati dal punto di vista anagrafico. Ma alcuni lavoratori possono ancora sfruttare le misure di una volta, a prescindere dal fatto che oggi queste misure sono state nettamente modificate. Ed opzione donna è proprio una misura di questo genere. Perché possono andare in pensione a 61 anni subito alcune donne, senza badare ai correttivi sopraggiunti.

Pensione a 61 anni subito per tutti, bastano 35 anni di contributi già nel 2021

Una lavoratrice nata nel 1963 può andare in pensione con opzione donna nel 2024 purché abbia avuto almeno un figlio e purché appartenga ad una delle 4 categorie a cui la misura è destinata. I cambiamenti di opzione donna nel 2024 hanno portato la misura ad essere fruibile alle seguenti condizioni già completate entro il 31 dicembre 2023:

  • almeno 61 anni di età;
  • almeno 35 anni di contributi versati.

Le categorie a cui si applica la misura sono:

  • caregivers che da 6 mesi convivono ed assistono un parente disabile grave;
  • invalide al 74% almeno;
  • licenziate o addette di grandi aziende di interesse nazionale con tavoli di crisi aperti.

Cosa cambia in base ai figli avuti

In base ai figli avuti cambia l’età anagrafica di uscita, fermo restando il vincolo che questa età deve essere stata raggiunta entro la fine dell’anno precedente, ovvero entro il 31 dicembre 2023. Infatti:

  • 59 anni di età per chi ha avuto due o più figli;
  • 60 anni di età per chi ha avuto un solo figlio;
  • 61 anni di età senza figli.


Evidente che una lavoratrice nata nel 1963, compie 61 anni nel 2024 e per poter andare in pensione deve aver avuto un figlio in modo tale da trovarsi ad aver completato entro la fine del 2023 i 60 anni previsti. Senza figli la lavoratrice non potrebbe andare in pensione perché al 31 dicembre 2023 non aveva ancora completato i 61 anni di età.

A 61 anni in pensione, ma entro il 2021 bisogna aver maturato 35 anni di contributi


Tutto questo però può essere superato da chi entro il 31 dicembre 2021 aveva già maturato 35 anni di contributi. Con questa soluzione infatti l’interessata può rientrare ancora nella vecchia versione di opzione donna. Con diritto alla pensione, come si dice in questi casi, cristallizzato. Infatti fino al 2022 opzione donna permetteva il pensionamento con:

  • 35 anni di contributi versati entro il 31 dicembre 2021;
  • almeno 58 anni di età completati entro il 31 dicembre 2021 per le dipendenti;
  • almeno 59 anni di età completati entro il 31 dicembre 2021 per le autonome.


Una lavoratrice nata nel 1963 quindi, se alla fine del 2021 aveva completato la carriera utile alla prestazione, può andare in pensione anche oggi. A prescindere dai figli avuti. E senza rientrare in nessuna delle 4 categorie prima citate.