C’è una misura che molto spesso non viene presa in considerazione e che molti neanche conoscono. Ma permette la pensione a 62 anni con 20 anni di contributi versati. Ed in alcuni casi anche a 57 anni sempre con 20 anni di contributi versati. E sarà valida anche per il 2023. Si tratta della Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, conosciuta anche come RITA.
Una pensione che va pianificata
Si tratta di una pensione che non è erogata dall’INPS e per accedervi serve essere titolari di un fondo previdenziale complementare. E proprio il tesoretto accumulato in questo fondo permetterà di finanziare gli anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia. L’importo della rendita mensile sarà determinato da:
- anni di anticipo rispetto ai 67 anni;
- capitale accumulato;
- percentuale di capitale che si vuole investire nella rendita.
Ovviamente si può decidere anche di investire il 100% di quanto versato con la consapevolezza che poi, al compimento dei 67 anni non avrà diritto a nessuna pensione integrativa.
Per approfondire altre metodologie di pensionamento a 62 anni nel 2023 rimandiamo alla lettura dell’articolo: A 62 anni in pensione rimettendoci poco e per poco tempo con le pensioni a doppia quota
Pensione a 62 anni con 20 anni di contributi con la RITA
I requisiti che servono sono pochi:
- i 20 anni di contributi obbligatori che servono, poi, per accedere alla pensione di vecchiaia;
- almeno 62 anni di età per chi è ancora in servizio;
- almeno 57 anni di età per chi è disoccupato da almeno 24 mesi;
- 5 anni di contributi versati nel fondo previdenziale complementare.
Ovviamente la pensione anticipata in questione non va richiesta all’INPS, trattandosi di uno scivolo che accompagna alla pensione di vecchiaia. Ma direttamente al fondo complementare. E’ sempre bene informarsi, quindi, che lo stesso supporti la RITA.