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Pensione a 62 anni, sicuri che conviene? ecco i calcoli da fare

Perché a vedere bene uscire dal lavoro con la pensione a 62 anni non conviene a tutti i lavoratori.

Una cosa è certa, uscire dal lavoro a 62 anni è senza dubbio una allettante possibilità per molti lavoratori. Se si guarda all’età pensionabile non c’è dubbio che la convenienza sia evidente. Anziché uscire a 67 anni con la pensione di vecchiaia, anticipare di 5 anni è senza dubbio una possibilità allettante. Ma siamo sicuri che lo sia come calcolo della pensione?

Pensione a 62 anni, sicuri che conviene?

La quota 103 sarà attiva anche da gennaio 2024. La conferma nella manovra di fine anno del governo ormai non ha dubbio alcuno. Ma se da un lato nulla cambia come requisiti, così non è per il calcolo dell’assegno. Usciranno anche nel 2024 i lavoratori che completano almeno 62 anni di età ed almeno 41 anni di contributi. E come nel 2023, nessuna attività di lavoro è ammessa dopo il pensionamento e per l’intera durata dell’anticipo. Infatti c’è il divieto di cumulo dei redditi da lavoro (escluso solo il lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo) con quelli della quota 103. Ma cambiano le regole di calcolo e di incasso dell’assegno pensionistico.

Servono minimo 7 mesi di attesa per andare in pensione

Una novità che fa perdere diverse mensilità di pensione è quella che riguarda le finestre. Il lavoratore infatti anche se lascia il lavoro a 62 anni esatti come prevede la misura, deve attendere 62 anni e 7 mesi per prendere il primo rateo di pensione. Questo nel settore privato, perché per il lavoratore pubblico, bisogna attendere 62 anni e 9 mesi. Nel 2023 queste finestre al posto di 7 e 9 mesi erano di 3 e 6 mesi. In pratica l’anticipo di 5 anni diventa un anticipo di 4 anni e 5 mesi o 4 anni e 3 mesi rispetto alla pensione di vecchiaia a 67 anni.

Pochi soldi dalla nuova quota 103

Bisogna calcolare però anche altro. La pensione massima che la quota 103 ha offerto nel 2023 è stata pari a 2.841,20 euro al mese. Infatti si tratta di massimo 5 volte il trattamento minimo dell’INPS. Nel 2024 invece si prenderà al massimo 2.273 euro circa al mese. Perché nel 2024 la pensione di quota 103 non potrà superare 4 volte il trattamento minimo INPS. Infine, la pensione con quota 103 sarà contributiva nel 2024. Fino al 31 dicembre invece è mista, ovvero retributiva fino al 1995 e contributiva dopo. Ma se il lavoratore ha almeno 18 anni di versamenti previdenziali al 31 dicembre 1995, la parte retributiva di calcolo della pensione passa fino al 2012. Sono questi coloro che rischiano di perdere perfino il 35% di pensione. E questo taglio sarebbe peggiore di quello collegato al trattamento minimo prima citato. Perché quest’ultimo è temporaneo fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia, mentre il ricalcolo contributivo rimane tale anche dopo.