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Pensione a 62, quanti mesi bisogna aspettare?

In alcuni casi per accedere alla pensione è necessario attendere molti mesi dopo il raggiungimento dei requisiti, e potrebbe non convenire più.

Nel nostro sistema previdenziale sono previste moltissime misure per lasciare il lavoro in anticipo, ma quella più gettonata è senza dubbio la pensione a 62 anni. Per averla, però sono previste lunghe attese che possono arrivare anche a 9 mesi.

Le misure a disposizione di ogni lavoratore sono moltissime, iniziando da quelle previste per gli invalidi e finendo con le misure sperimentali, prorogate di anno in anno. Per accedere a ogni tipo di pensionamento è necessario il rispetto di determinati requisiti e ogni strumento, poi, con le sue particolarità prevede anche precise regole.

Vediamo che finestra di attesa bisogna attendere per andare in pensione a 62 anni

Pensione a 62 nel 2024 e anche nel 2025

La pensione a 62 anni prevista nel 2024 è stata prorogata anche nel 2025 e molto probabilmente saranno previste le stesse regole, oltre che gli stessi requisiti.

In alcuni casi la misura di pensionamento non prevede finestre di attesa (un esempio classico è la pensione di vecchiaia). Nel momento che si matura diritto alla pensione si può presentare domanda con decorrenza del trattamento dal primo giorno del mese successivo. La domanda si può presentare anche prima, ma la decorrenza, in questo caso è dal primo giorno del mese successivo a quello di maturazione del diritto.

Ci sono, poi, altre misure che prevedono finestre di attesa e, una volta raggiunto il requisito di accesso, per avere la decorrenza della pensione è necessario attendere qualche mese. Un esempio è la pensione anticipata ordinaria, che prevede una finestra di 3 mesi dal raggiungimento del requisito per la decorrenza del trattamento previdenziale.

I mesi di finestra, tra l’altro, non devono essere obbligatoriamente lavorati, ma va considerato che se si lascia il lavoro si andrà incontro a un periodo in cui non spetta né pensione né stipendio.

La pensione a 62 anni nel 2024 e nel 2025 si prende con la quota 103 che richiede, appunto, aver compiuto i 62 anni di età e aver versato almeno 41 anni di contributi.

In quali casi la finestra è di 9 mesi?

La quota 103, pur richiedendo i requisiti sopra menzionati, non viene erogata dal primo giorno del mese successivo a quello di raggiungimento del diritto. L’attesa che separa il raggiungimento del diritto dalla liquidazione della pensione è variabile.

Se a richiedere il pensionamento è un lavoratore del settore privato è necessaria un’attesa di 7 mesi. Ma se a chiedere il trattamento previdenziale è un dipendente pubblico l’attesa arriva a 9 mesi.  L’inasprimento portato dalla Legge di Bilancio 2024, però, rende anche più inefficace la misura. Immaginiamo una donna, dipendente statale che voglia accedere. Avrebbe diritto a una pensione ricalcolata con il sistema contributivo solo al raggiungimento dei 41 anni e 9 mesi…ma a 41 anni e 10 mesi le spetterebbe la pensione anticipata ordinaria senza penalizzazioni. E dovrebbe attendere, vista la finestra di 3 mesi, solo 4 mesi in più al lavoro per avere diritto a un assegno decisamente più elevato.

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