Ecco come andare in pensione in anticipo 2023 a chi ha perso il lavoro nel 2022 ed ha sfruttato il periodo di Naspi. Ecco come andare in pensione in anticipo 2023 a chi ha perso il lavoro nel 2022 ed ha sfruttato il periodo di Naspi.

Pensione a 63 anni nel 2023, non solo l’Ape sociale per l’accesso

Andare in pensione a 63 anni nel 2023 non significa solo rientrare nella platea dei possibili beneficiari dell’Ape sociale.

Per andare in pensione nel 2023 per chi ha 63 anni non esiste solo l’Ape sociale. Ovviamente tutti i nati nel 1960 che rientrano nei profili di tutela e raggiungono i requisiti richiesti dalla misura possono accedere al pensionamento con l’Ape sociale.

Ma i nati nel 1960 hanno anche altre possibilità di pensionamento quest’anno, senza dover attendere il compimento dei 67 anni ed in questo articolo vi illustreremo quali sono.

Pensione a 63 anni nel 2023

La prima possibilità è per chi ha maturato i 41 anni di contributi, ovviamente, e rientra, pertanto nei requisiti della quota 103. In questo caso basta attendere aprile se si è dipendenti del settore privato, o luglio se si è dipendenti del settore pubblico, ed andare in pensione con la nuova misura.

Attenzione ai vincoli e ai limiti che la stessa prevede in ambito lavorativo (divieto di cumulo dei redditi) e al limite che impone al tetto massimo della pensione fino al compimento dei 67 anni.

La stessa possibilità c’è anche per chi ha raggiunto i 41 anni di contributi e rientra nel lavoro precoce. In questo caso, se si rientra in uno dei profili previsti dalla normativa, la quota 41 si può avere senza tutti i vincoli previsti dalla quota 103 (fermo restando il divieto di cumulo dei redditi da lavoro fino all’ipotetico raggiungimento dei 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne).

A 63 anni, inoltre, possono andare in pensione tutti coloro che raggiungono i requisiti per poter accedere alla pensione anticipata ordinaria, ovvero, 42 /41 anni e 10 mesi di contributi.

Senza dimenticare che per chi ha sottoscritto un fondo previdenziale complementare resta aperto l’accesso alla RITA.