Con la nuova legge di bilancio il governo ha deciso di prorogare per un altro anno l’esperienza dell’anticipo pensionistico sociale meglio conosciuto come Ape social. La misura anziché cessare il 31 dicembre 2023 come era già previsto, viene allungata di un altro anno e quindi scadrà il prossimo 31 dicembre 2024. La proroga della misura però non è esente da cambiamenti rispetto al passato. Ecco perché bisogna riepilogare ciò che adesso i lavoratori dovranno fare per poter accedere alla pensione l’anno venturo.
Pensione a 63 anni nel 2024
Una riduzione di platea dei potenziali beneficiari, un aumento del requisito contributivo per molte di queste categorie e per tutti un aumento dell’età minima di uscita. Sono le tre grandi novità dell’Ape sociale 2024 rispetto alla versione odierna della misura. Partiamo dall’età pensionabile perché dai 63 anni di età con cui possono uscire oggi e fino al 31 dicembre prossimo i beneficiari dell’Ape sociale si passa a 63 anni e 5 mesi.
Salgono i contributi per l’Anticipo pensionistico sociale
Per quanto riguarda invece i contributi previdenziali, tutti potranno uscire dal lavoro con 36 anni di contributi versati. Sparisce quindi l’agevolazione relativa a invalidi, caregivers e disoccupati che potevano lasciare il lavoro con 30 anni di contributi versati. Oltretutto, le categorie di lavoro gravoso a cui sono destinate le uscite a 63 anni dell’Ape sociale odierna passano di colpo ad una netta riduzione. Infatti viene meno l’estensione delle attività di lavoro gravoso introdotta con la legge di bilancio 2021 per il biennio 2022-2023. Le attività di lavoro gravoso tornano quindi ad essere le 15 iniziali, senza l’ampliamento di platea prima citato. Oltretutto per edili e ceramisti, che fino al 2023 possono uscire dal lavoro con l’Ape sociale e con 32 anni di contributi versati si passa a 36 anni.
Cos’altro c’è di nuovo per l’Ape sociale
La misura anche nel 2024 continuerà ad essere priva di maggiorazioni sociali, di integrazioni, di indicizzazione al tasso di inflazione e di tredicesima mensilità. La misura continuerà a non essere reversibile a causa di decesso prematuro del pensionato e rimarrà il tetto massimo di pensione fruibile pari a 1.500 euro al mese. Inoltre altra novità questa molto importante è che viene introdotto come per la quota 103, i divieto di cumulo dei redditi da pensione percepiti con l’Ape sociale, con ogni altro reddito da lavoro ad esclusione di quello da lavoro autonomo occasionale fino al tetto massimo di 5.000 euro annui.