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Pensione a 64 anni con 25 anni di contributi, dal 2025 sarà più facile accedere

Un emendamento, approvato, alla Legge di Bilancio 2025 rende il pensionamento a 64 anni più facile a partire dal 2025. Si tratta di una pensione molto ambita perchè richiede pochi anni di contributi e permette di anticipare, rispetto alla pensione di vecchiaia, di 3 anni l’uscita dal mondo del lavoro.

Fino a oggi è stata poco usata perchè richiede un terzo requisito che non tutti riescono a raggiungere. Vediamo di che misura è e come viene modificata.

Pensione a 64 anni

Partiamo con il dire che la pensione a 64 anni è una misura strutturale ormai da anni ma che non tutti conoscono bene perchè è poco utilizzata. Possono accedervi solo coloro che ricadono interamente nel sistema contributivo: si tratta dei lavoratori che hanno iniziato a lavorare dal 1996 e che non hanno nessun contributo versato prima o di quelli che optano per il computo in Gestione separata Inps (che trasporta tutti i contributi nel sistema contributivo.

Oggi per accedere alla misura sono previsti 3 requisiti fondamentali:

  • almeno 64 anni;
  • almeno 20 anni di contributi;
  • che l’importo della pensione sia pari a un determinato importo.

LA pensione che si andrà a percepire deve essere di almeno 3 volte l’assegno sociale Inps (circa 1.600 euro) ma per le lavoratrici è previsto che sia:

  • 2.8 volte l’assegno sociale Inps se hanno avuto un figlio;
  • 2,6 volte l’assegno sociale Inps se hanno avuto almeno 2 figli.

Inoltre sempre per le lavoratrici madri è previsto anche uno sconto sull’età di accesso che, sempre in presenze di 20 anni di contributi, diventa:

  • 63 anni e 8 mesi per le lavoratrici che hanno avuto un figlio;
  • 63 anni e 4 mesi per le lavoratrici che hanno avuto 2 figli;
  • 63 anni per le lavoratrici che hanno avuto 3 figli;
  • 62 anni e 8 mesi per le lavoratrici che hanno avuto 4 figli.

Cosa cambia dal 2025?

La legge di Bilancio porta un correttivo abbastanza importante e consente ai lavoratori, fermi restando tutti i particolati sopra descritti, di accedere alla pensione in questione se si riesce a raggiungere il requisito dell’importo sommando alla pensione spettante anche la rendita derivante dall’eventuale pensione integrativa. Questo rende più facile centrare i requisiti di pensionamento che viene concesso anche in presenza di una pensione troppo bassa a patto che venga alzata, appunto, dalla pensione integrativa fino al limite previsto.

Per chi sceglie questa opzione, però non basteranno 20 anni di contributi ma ne saranno chiesti un minimo di 25 anni.

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