Andare in pensione a 64 anni di età è una delle possibilità che la normativa vigente permette e senza grandi carriere di contributi versati alle spalle. In parole povere, esiste una via di pensionamento che consenti di andare in pensione 3 anni prima dell’età pensionabile, ma con la stessa carriera di contributi versati delle pensioni di vecchiaia. Ma serve avere determinati montanti contributivi comunque. Ed in una sorta di incastro tra calcolo retributivo e contributivo, anche se si tratta di una misura destinata solo ai contributivi puri, ecco come capire se c’è questa possibilità.
Pensione a 64 anni: facile andarci? ecco come capirlo
La pensione anticipata contributiva permette di andare in pensione a 64 anni di età con 20 anni di contributi versati. Ma la misura riguarda solo chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995. Si tratta dei contributivi puri, soggetti che hanno nel calcolo contributivo l’unica via per ottenere l’assegno pensionistico. Per accedere a questa misura favorevole, serve oltre al binomio età-contributi, anche che la pensione sia almeno pari a 2,8 volte l’assegno sociale. Che significa? che la pensione deve essere pari ad almeno 1.410 euro al mese se è vero che per il 2023 l’assegno unico è di 503 euro e spiccioli al mese.
Perché le retribuzioni sono importanti anche nel sistema contributivo
Il calcolo della pensione anticipata contributiva è tutto basato sul montante dei versamenti INPS. Infatti le retribuzioni degli ultimi anni di carriera non contano come contavano nel sistema retributivo e come contano oggi per chi ricade nel sistema misto avendo iniziato a lavorare prima del 1996. Ma questo non vuol dire che le retribuzioni e gli stipendi non contino anche per i contributivi. E la pensione anticipata contributiva sta li a dimostrarlo. I contributi non sono altro che prelievi mensili che un lavoratore ha sullo stipendio per riempire una specie di salvadanaio da aprire nel momento del pensionamento. E l’aliquota contributiva nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FLPD) è del 33%. Significa che più alto è lo stipendio, più contributi vengono versati nel salvadanaio. Evidente che chi deve arrivare ad una pensione da 1.410 euro al mese, deve aver avuto, se la sua carriera è di “soli” 20 anni di contributi, uno stipendio rilevante.