Andare in pensione a 64 anni nel 2023 è possibile per alcuni lavoratori, grazie a diverse misure che consentono l’uscita anticipata dal lavoro. Parliamo di misure in deroga ai requisiti ordinari e vigenti. Pertanto, si tratta di misure che hanno specifici requisiti ed in alcuni casi, platee ben delineate. Vediamo quali sono le opzioni e i requisiti per accedere alla pensione a 64 anni oggi in vigore.
Fino al 31 dicembre 2023 una specie di quota 41 limitata ad una determinata età
Una delle novità introdotte dalla legge di bilancio 2023 è la Quota 103. Misura che sostituisce la Quota 102 in vigore fino al 2022 e la Quota 100 in vigore fino al 2021. Si tratta di una misura che consente il pensionamento con 62 anni di età con almeno 41 di contributi versati. La Quota 103 sarà valida solo per il 2023 e sarà accessibile a tutti i lavoratori dipendenti e autonomi, senza distinzione tra uomini e donne e senza distinzioni di tipologia di lavoro svolto.
Pensione anticipata ordinaria a 64 anni, si può, ma c’è anche l’anticipata contributiva
Un’altra opzione per andare in pensione a 64 anni nel 2023 è la pensione anticipata ordinaria. In questo caso parliamo di misura ordinaria, perché la pensione anticipata è quella misura che non ha limiti di età ma solo di contributi. Per gli uomini, il requisito è di 42 anni e 10 mesi di contributi. Per le donne invece è di 41 anni e 10 mesi. Oltre alla pensione anticipata ordinaria c’è la pensione anticipata contributiva. Questa è una misura fruibile a condizione di aver versato almeno 20 anni di contributi, aver raggiunto almeno 64 anni di età e avere una pensione d’importo non inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale.
APE e quota 41 per la pensione a 64 anni di età
L’Ape sociale necessita di almeno 63 anni di età e 30 o 36 anni di contributi, a seconda della categoria. Pertanto è una misura idonea anche alla pensione a 64 anni. Ma riguarda solo invalidi, disoccupati e caregivers con 30 anni di contributi versati, edili e ceramisti con 32 anni di versamenti e lavori gravosi con 36 anni. L’elenco dei lavori gravosi è stato aggiornato nel 2022 e adesso comprende più categorie rispetto alle 15 inizialmente previste con il varo della misura. Nessuna estensione invece per i lavori gravosi della quota 41 per i precoci, le cui categorie sono sempre le 15 originarie. I lavoratori “precoci”, ovvero quelli che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni di età (un anno anche discontinuo versato prima di questo compleanno), possono andare in pensione con 41 anni di versamenti. E senza nessun limite anagrafico. Oltre ai gravosi, dentro anche invalidi, caregivers e disoccupati.