Aumenta l’età pensionabile. In Italia sicuramente succederà a partire dal 2027, quando finirà la sterilizzazione per l’aspettativa di vita che non è più aumentata a causa del Covid. Ma i pensionati italiani sono già preoccupati a tal proposito e, a quanto sembra, i sindacati sono già pronti a dare battaglia.
Quello che si dice è che l’età pensionabile in Italia è una delle più alte d’Europa, ma ci sono Paesi dell’UE in cui si approvano riforme pensionistiche senza che nessuno protesti, in attesa di un sistema previdenziale più equo e paritario.
Aumenta l’età pensionabile
Accade in Spagna dove è stata varata una riforma delle pensioni senza manifestazioni in piazza, senza proteste e senza scioperi generali. La nuova riforma, varata nel 2023, vedrà i suoi primi effetti a partire dal 2025. La riforma delle pensioni spagnola porterà il contributo per la sicurezza sociale ad aumentare gradualmente e c’è chi pensa che chi farà le spese della novità saranno i più giovani.
Lo scopo dell’intervento è il recupero delle rivalutazioni delle pensioni in base all’aumento dei prezzi, in questo modo si garantirà ai pensionati di mantenere il potere di acquisto con la propria pensione.
Il testo della riforma non andrà a toccare, invece, l’età pensionabile che continuerà a salire per arrivare nel 2027 a 67 anni, proprio come in Italia, mentre ci saranno ancora coloro che potranno uscire a 65 anni se hanno almeno 38 anni e sei mesi di contributi.
Pensione a 65 anni con 38 anni e 6 mesi di contributi
In Spagna l’età di accesso alla pensione rimane fissata a 67 anni, però chi vuole accedere alla pensione anticipata può farlo a 65 anni con almeno 38 anni e 6 mesi di contributi versati. Esistono anche pensionamenti che consentono di uscire prima di questa età, ma solo per il personale militare, per chi appartiene al comparto sicurezza e difesa e per gli invalidi.
A differenza di quello che è previsto in Italia, in Spagna è prevista una soglia massima ai versamenti, e questo consente a chi raggiunge quella quota di non dover più provvedere a nessun versamento. Questo comporta un vantaggio sia per il lavoratore che per il datore di lavoro. Quest’ultimo non dovrà provvedere più al versamento dei contributi con un netto risparmio sulla forza lavoro, mentre per il lavoratore, raggiunta quella soglia, è previsto un aumento della retribuzione. Lavorare di più conviene in Spagna, quindi, visto che dopo aver versato un certo numero di anni di contributi non è previsto il prelievo contributivo a carico del lavoratore che, quindi, nel corso degli anni vede la propria retribuzione salire anche di molto.
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