La pensione di vecchiaia è la principale misura pensionistica che un lavoratore può utilizzare per poter andare in pensione. Servono gli ormai noti 67 anni di età e i soliti 20 anni di contribuzione. Sarà così che chi raggiunge l’età pensionabile potrà andare in pensione anche nel 2023. Ma non mancano alternative per così dire, più vantaggiose. Ecco quali.
Pensione contributiva a 64 anni ma occhio agli importi
Per chi ha iniziato a versare contributi successivamente al 31 dicembre 1995, esiste una pensione anticipata. Bastano 64 anni di età e sempre 20 anni di contributi. Si chiama pensione anticipata contributiva proprio perché è una misura destinata ai contributivi puri. Ma serve che la pensione sia pari a 2,8 volte l’assegno sociale.
Pensioni lavori gravosi, come fare?
Chi svolge una mansione gravosa tra quelle previste e aggiornate il primo gennaio 2022, può sfruttare un canale di uscita agevolata a 63 anni. Si chiama Ape sociale e servono 36 anni di contributi versati. Solo edili e ceramisti escono con 32 anni. Ma sempre con l’Ape sociale, invalidi, disoccupati e caregivers possono uscire con 30 anni di versamenti. Solo per le 15 attività di lavoro gravoso introdotte con il varo dell’Ape sociale nel 2017, c’è la possibilità di uscire indipendentemente dall’età con la quota 41 precoci. Una facoltà anche per i caregivers, gli invalidi e i disoccupati. Ma serve che un anno di contribuzione, anche in maniera discontinua, deve essere stato versato prima del 19imo compleanno.
La pensione anticipata ma anche quella con invalidità pensionabile
Sempre senza limiti di età è possibile lasciare il lavoro con 42,10 o 41,10 anni di contributi rispettivamente per uomini e donne. La misura si chiama pensione anticipata ordinaria. A 56 e 61 anni di età, anche in questo caso, rispettivamente per donne e uomini, c’è la pensione di vecchiaia anticipata. Serve una invalidità specifica (non generica), o meglio una invalidità pensionabile pari ad almeno l’80%.
Donne in pensione a 56, uomini a 61 o usuranti a 61,7
Le donne che sono caregivers, invalide, disoccupate o assunte in aziende con procedure di crisi avviate, possono andare in quiescenza se al 31 dicembre 2022 hanno maturato 60 anni di età e 35 anni di contributi. Età che scende a 58 e 59 rispettivamente per donne con almeno due figli o donne con un solo figlio. Resta utilizzabile anche lo scivolo usuranti, con la pensione che si centra con 35 anni di età contributiva, 61 anni e 7 mesi di età anagrafica e con contestuale completamento della quota 97,6. Scivolo usuranti utile anche ai lavoratori notturni.