Pensione a 71 anni nel 2025? Ecco chi esce finalmente dal lavoro dopo anni di attesa e chi deve rinviare l’uscita di 4 anni Pensione a 71 anni nel 2025? Ecco chi esce finalmente dal lavoro dopo anni di attesa e chi deve rinviare l’uscita di 4 anni

Pensione a 71 anni nel 2025? Ecco chi esce finalmente dal lavoro dopo anni di attesa e chi deve rinviare l’uscita di 4 anni

C’è chi andrà in pensione nel 2025 a 71 anni di età e chi avendo 67 anni rimanderà l’uscita di 4 anni e fino al 2029.

Per la pensione in alcuni casi servono 71 anni di età e ci sono lavoratori che nel 2025 dovranno aspettare altri 4 anni per andare in pensione. Ma dal momento che si tratta di una pensione che è in vigore da oltre un decennio, c’è chi proprio nel 2025 grazie a questo strumento uscirà dal lavoro.

In effetti non si tratta di una delle novità contenute nella legge di Bilancio del prossimo anno, ma di una vecchia norma che anche nel 2025 sortisce i suoi effetti. E riguarda soggetti che si trovano privi di contribuzione al 31 dicembre 1995.

Non sempre la pensione è possibile al compimento dei 67 anni. Alle volte la normativa richiede che siano rispettati anche altri requisiti. E per i contributivi puri il requisito aggiuntivo è quello dell’ importo della pensione che si andrà a prendere.

La riforma delle pensioni 2025 che non c’è stata

Iniziamo con il dire che nel 2025 non ci saranno cambiamenti nelle modalità di accesso alla pensione. La legge di bilancio 2025 infatti, non porta nessuna ventata di novità in questo ambito. E non porta nessuna riforma delle pensioni. Poche novità e tutte relative alla conferma delle misure in scadenza nel 2024.

Confermate infatti l’Ape sociale, l’opzione donna e la quota 103 anche per l’anno nuovo. Di conseguenza la riforma strutturale della previdenza italiana è rimandata a data da destinarsi, probabilmente entro la fine della legislatura di questo Esecutivo.

L’intento è quello di garantire maggiore flessibilità in uscita mantenendo stabile il sistema previdenziale, soprattutto, i conti dello Stato. La promessa, in campagna elettorale era quella di superare la legge Fornero. Il 2025 non sarà l’anno giusto. Se ne riparlerà presto. Anche perché c’è da contenere quello che accade da anni, ovvero lavoratori che riescono ad andare in pensione solo alla veneranda età dei 71 anni e quindi rimandando l’uscita di 4 anni.

Pensione rimandata a 71 anni per chi non ci riesce nel 2025, come?

Anche nel 2025 per andare in pensione di vecchiaia a 67 anni, se si ricade interamente nel sistema contributivo (contributi a partire dal 1996 o computo in gestione separata Inps) è necessario rispettare il requisito dell’ importo della pensione che si andrà a prendere.

Per ricevere la pensione a 67 anni, oltre a aver versato almeno 20 anni di contributi, è obbligatorio avere un assegno previdenziale che abbia un importo pari o superiore all’ assegno sociale INPS.

Nel 2024 l’assegno sociale è pari a 534,41 euro e la pensione non può avere un importo inferiore.

Per chi non riesce a rispettare il requisito dell’ importo, l’alternativa è quella di aspettare altri 4 anni per lasciare il mondo del lavoro. A 71 anni, infatti, si potrà percepire la pensione a prescindere dall’ importo dell’ assegno spettante.

Pensione a 71 anni nel 2025, finalmente l’uscita

Alla luce di questa possibilità va detto che ci sono lavoratori che proprio dopo aver saltato la pensione in passato per colpa del requisito dell’importo della pensione, nel 2025 potranno trovare la giusta soluzione. I nati nel 1954 per esempio, potrebbero trarre giovamento dalla norma. Solo se contributivi puri, a coloro che è stata preclusa la pensione di vecchiaia per via del requisito dell’importo della pensione, il 2025 potrebbe aprire le porte del pensionamento. Soprattutto perché prima del 2024 la pensione di vecchiaia contributiva entrava solo con un assegno pari ad almeno 1,5 volte l’assegno sociale.
Molti nati nel 1954 potranno adesso andare in pensione.

A dire il vero si era vociferato di eliminare il requisito dell’ importo per la pensione di vecchiaia calcolata con il sistema contributivo puro. Questo per non discriminare coloro che hanno iniziato a lavorare solo a partire dal 1996 o negli anni successivi.

L’intervento in questione, però, non ha eliminato il requisito dell’ importo, ma lo ha solo abbassato da 1,5 volte a 1 volta. Sicuramente la riduzione ha agevolato diversi lavoratori, ma sono ancora troppi coloro che devono attendere quattro anni in più per poter andare in pensione.