Lavoro gravoso, lavoro usurante, lavoro in aziende con almeno 50 dipendenti, oppure in altre con almeno 15 dipendenti. Sono alcune condizioni lavorative che offrono vantaggi in termini di uscita dal lavoro e quindi di pensione. Ad ogni tipologia di attività lavorativa il suo vantaggio. Perché ogni lavoro è diverso da un altro, anche come pesantezza e come logorio. Ma quali sono questi vantaggi. Ecco una sintetica guida.
Pensione anticipata 2023, alcuni lavori offrono da 5 mesi a 7 anni di anticipo
Il sistema pensionistico italiano è un sistema assai particolare e come tale ha diverse regole e diverse sfaccettature che è necessario conoscere per evitare di non sfruttare vantaggi e agevolazioni. Ecco perché per la pensione anticipata 2023, alcuni lavori offrono da 5 mesi a 7 anni di anticipo. Partiamo dal fatto che chi svolge un lavoro usurante (elenco come da dlgs 67/2011), o chi invece ne svolge uno che rientra nel campo del lavoro gravoso (elenco come da legge 232/2016), come stabilito dalla legge di Bilancio del 2018, non sarà assoggettato agli scatti relativi all’aspettativa di vita fino al 2026. Significa che per questi lavoratori la pensione si vecchiaia si completa ancora con 66 anni e 7 mesi di età ma con 30 anni di contributi versati. per gli altri invece serviranno 67 anni di età e 20 anni di contributi.
Ape sociale e quota 41 precoci
Per chi svolge le mansioni gravose due sono le misure previste. Una è la quota 41 per i precoci. Servono 41 anni di contributi, dei quali 35 effettivi da lavoro e almeno un anno completato prima del raggiungimento dei 19 anni di età. Per l’Ape sociale invece servono per i gravosi, 36 anni di contributi versati ed almeno 63 anni di età. Ceramisti, edili e poche altre categorie godono del vantaggio di una carriera contributiva minima di 32 anni. Rispetto alla quota 41 l’Ape sociale ha una platea di lavoro gravoso più vasta, che va ben oltre le 15 attività che inizialmente erano previste per entrambe le misure e che godono anche dello stop all’adeguamento all’aspettativa di vita richiamato nel paragrafo precedente. L’elenco dei lavori gravosi è stato aggiornato con la legge di Bilancio 2022, ma ripetiamo, solo per l’Ape sociale. Per la pensione anticipata 2023, alcuni lavori offrono da 5 mesi a 7 anni di anticipo, ma spesso come vedremo, serve una mano dal datore di lavoro.
Lavoro usurante e scivoli aziendali
Per quanti svolgono un lavoro usurante o notturno come previsto dal dlgs 67 del 2011, l’uscita è più vantaggiosa. Ed è a partire dai 61 anni e 7 mesi di età con 35 anni di contributi. Ma serve anche completare la quota 97,6 usando se serve anche le frazioni di anno. Lavorare in aziende interessate ad avviare i contratti di espansione, consente invece di andare in pensione con 62 anni di età almeno. Oppure con almeno 37,10 anni di contributi senza limiti anagrafici. Serve intesa tra azienda e sindacati. E possono pensionarsi con spesa a carico dell’azienda, quanti si trovano a non più di 5 anni dalla pensione di vecchiaia o da quella anticipata. Sempre passando tra accordi in sede governativa tra azienda e sindacati, chi si trova a 7 anni dalla pensione e lavora in una azienda con almeno 15 dipendenti in organico può sfruttare l’isopensione già a 60 anni di età. Anche in questo caso come per il contratto di espansione per aziende con almeno 50 dipendenti in organico, la spesa dell’assegno di prepensionamento è a carico dell’azienda.