Molti sostengono che la pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi è una esagerazione. Troppo lunga la carriera necessaria per lasciare il lavoro indipendentemente dall’età. Per questo chiedono a gran voce la quota 41 per tutti. Molti altri però considerano 41 anni come una soglia altrettanto elevata. A maggior ragione quella prevista per la quota 41 di oggi, per la quale serve essere precoci e pure appartenenti a particolari categorie. E si guarda con nostalgia alle vecchie pensioni di anzianità, cioè a quelle antecedenti la riforma Fornero. Perché bastavano 40 anni per lasciare il lavoro senza guardare all’età anagrafica.
Pensione anticipata 2023 nati fino al 1959, ecco perché bastano 40 anni di contributi
Arrivare a 40 anni di contributi e andare in pensione è stata una possibilità che la riforma Fornero ha cessato. Passando dalle pensioni di anzianità alle pensioni anticipate si è arrivati, step dopo step a 42 anni e 10 mesi di contributi necessari. Ma se vi dicessimo che c’è una possibilità anche oggi di andare in pensione con 40 anni di versamenti? qualcuno potrebbe pensare alla semplice propaganda. Altri potrebbero pensare alla fake news. E invece ci sono lavoratori che potrebbero andare in pensione in questo modo. Sfruttando una misura ormai cessata, ma il cui diritto è stato ormai definito per molti. E parliamo dei nati fino al 1959. La pensione anticipata 2023 nati fino al 1959, ecco perché bastano 40 anni di contributi è un titolo che calza a pennello se si pensa alla quota 100.
Perché per qualcuno basterebbero 40 anni di contributi nel 2023
Chi è nato fino al 1959 e nel corso del 2023 completerà 40 anni di carriera, significa che già al 31 dicembre 2021 aveva maturato in pieno il diritto alla quota 100. Significa che aveva nel 2021 sia i 62 anni di età che i 38 anni di contributi. Si tratta del doppio requisito utile alla misura introdotta dal governo Conte uno, quello giallo-verde con Lega e M5S in maggioranza. Il diritto alla quota 100 è ormai maturato e cristallizzato per questi lavoratori. Pertanto, nel 2023 se questi soggetti hanno continuato a lavorare arrivando ai 40 anni di contributi, potrebbero uscire dal lavoro ancora con la quota 100. Chiudendo la partita con la loro carriera contributiva ai 40 anni citati.