Pensione anticipata 2023 novità 60 anni con 35 o 37 anni di contributi

Nel 2023 novità in arrivo sulla pensione anticipata. E forse non si deve parlare delle novità di cui in queste settimane sembrava praticamente certa la presenza nella Legge di Bilancio. Infatti pare che molto bolle ancora in pentola per il pacchetto pensioni delle legge di Bilancio. Perfino una nuova misura che fissi a 60 anni di età l’uscita dal lavoro con una dote variabile tra i 35 ed i 37 anni di contributi.

Vengono meno i limiti sui figli avuti o sulle platee di riferimento delle lavoratrici

Sembrava ormai definito il quadro di opzione donna 2023. La nuova misura che doveva fare capolino nella legge di Bilancio con alcuni ritocchi rispetto al passato, ma su cui sono state subito tante le discussioni. Basti pensare al fatto che legare l’età di uscita in base ai figli avuti è sembrato subito un passaggio discriminatorio della normativa. Lo stesso dicasi per il limitare le platee delle aventi diritto ad opzione donna, praticamente alle stesse categorie che oggi prendono l’Ape sociale o la Quota 41 precoci. Come si legge sul sito del quotidiano “Il Messaggero”, opzione donna potrebbe essere confermata, magari impostando una età di uscita più elevata, forse a 60 anni. Occorre ricordare infatti che per le lavoratrici con opzione donna oggi è possibile accedere alla pensione con 58 anni di età se dipendenti, con 59 anni di età se autonome, e sempre con 35 anni di contributi versati. Tutto purché entrambi i requisiti vengano completati entro il 31 dicembre dell’anno precedente, quindi per il 2022 nel 2021.

In pensione a 60 anni con 35 o 37 anni di contributi versati

A dire il vero che il riferimento del sito prima citato sia esclusivamente verso opzione donna. In piratica la variazione sul tema della misura poteva essere il cambiamento dell’età di uscita. Le lavoratrici che accettano un calcolo contributivo della pensione potrebbero uscire nel 2023. Ma dovrebbero avere, in base a questa ipotesi, 60 anni di età e non 58 a 59. Ed a prescindere dai figli avuti o dal lavoro svolto. E pure a prescindere da problematiche relative a invalidità, disoccupazione o al ruolo da caregiver svolto.

La rivoluzione della pensione anticipata 2023 a 60 anni

Un cambi di passo che apre ad alcune osservazioni o ad ulteriori ipotesi. Se davvero si apre ad una possibilità di questo genere, perché non estenderla a tutti i lavoratori uscendo fuori dal perimetro della donne? Opzione per tutti o opzione uomo è una vecchia idea che era balzata agli onori dell’attualità già in un recente passato. E così che estendere la pensione contributiva anche agli uomini poteva essere una soluzione ottimale e di comodo perfino per lo Stato. Il calcolo contributivo taglia la pensione perfino del 30%. Il costo dell’anticipo nel lungo periodo si azzera per lo Stato. Ed è assorbito diventando a carico completo del lavoratore. E se l’età diventa 60 anni, magari dando la flessibilità in uscita a chi esce prima (58 anni più 37 o 59 più 36), l’ipotesi diventa ancora più fattibile. E la pensione anticipata anche.