Pensione anticipata 2025, ecco le nuove uscite a 59 anni, requisiti, beneficiari e limitazioni Pensione anticipata 2025, ecco le nuove uscite a 59 anni, requisiti, beneficiari e limitazioni

Pensione anticipata 2025, ecco le nuove uscite a 59 anni, requisiti, beneficiari e limitazioni

Pensione anticipata 2025, ecco le nuove uscite a 59 anni, requisiti, beneficiari e limitazioni della nuova opzione donna.

Per la pensione anticipata nel 2025 non cambia niente? A dire il vero poche novità sono state introdotte nella manovra finanziaria del governo. E nonostante la manovra sia ancora appesa ai passaggi parlamentari e agli emendamenti, nulla di particolarmente rilevante si attende all’orizzonte. Allora accontentiamoci delle poche novità introdotte nella manovra. Perché non era mica scontato che nel 2025 fosse ancora il tempo di quota 103, opzione donna e dell’Ape sociale.

Le tre misure scadevano il 31 dicembre 2024. Ma adesso dopo ciò che c’è scritto nella bozza della manovra che adesso deve essere approvata del tutto, le tre misure sono confermate. E allora ecco che nel 2025 l’opzione donna consentirà ancora una volta a qualche lavoratrice di uscire dopo aver compiuto 59 anni di età nel 2024.

Pensione anticipata 2025, ecco le nuove uscite a 59 anni, requisiti, beneficiari e limitazioni

A dire il vero opzione donna nel 2025 consentirà di andare in pensione anticipata a 59, ma anche a 60 o 61 anni. Perché i requisiti cambiano in base alla categoria di appartenenza. Ma soprattutto perché l’età deve essere completata entro il 31 dicembre dell’anno precedente quello del pensionamento. Quindi entro il 31 dicembre 2024 per chi si accinge a voler provare a sfruttare opzione donna nel 2025.
Se non verranno cambiate le carte in tavola rispetto alla bozza della manovra, durante il passaggio parlamentare della legge di Bilancio, opzione donna nel 2025 ha il suo meccanismo ben chiaro a tutti.

Ecco le beneficiarie di opzione donna nel 2025

Infatti potranno lasciare il lavoro a 59 anni di età compiuti entro la fine del 2024 e con 35 anni di contributi completati già entro la stessa data, le donne che sono state licenziate o che sono dentro aziende in grave crisi economica che ha portato all’apertura di tavoli di risoluzione della stessa crisi aziendale, in sede ministeriale.

Oppure potranno sfruttare questa uscita le invalide al 74% almeno, cioè che hanno ottenuto questo grado di invalidità civile dalle commissioni mediche ASL/INPS.

O ancora, le caregivers che da almeno 6 mesi prima della presentazione della domanda di certificazione, vivono con un parente disabile grave a cui prestano assistenza. Il parente disabile deve essere un parente di primo grado.

O in alternativa, un parente o affine fino al secondo grado. Ma solo se parenti o affini fino al secondo grado non hanno genitori e coniugi o li hanno ma sono over 70 o a loro volta invalidi.

Invalide e caregivers, i figli a carico determinano uscite ad età differenti

Attenzione però, perché per le invalide e le caregivers prima citate, è necessario che le stesse abbiano avuto almeno 2 figli per poter uscire a 59 anni di età.

Altrimenti con un solo figlio invalide e caregivers possono uscire a 60 anni. E senza figli solo a 61 anni di età.
Quindi, con la nuova opzione donna 2025, in pensione anticipata potranno uscire le nate nel 1966, ma a condizione che rientrino nei limiti prima esposti.

La misura continua ad essere una misura a calcolo contributivo come sempre. Significa che a prescindere dalla data di inizio della carriera contributiva ed a prescindere dalle date degli accrediti durante una carriera, la pensione verrebbe calcolata esclusivamente con il metodo contributivo.

Un metodo assai penalizzante anche se a dire il vero più anni passano meno pesante è la penalizzazione. Perché sono sempre meno gli anni di contributi antecedenti il 1996 che oggi possono vantare le lavoratrici che si avvicinano al pensionamento di opzione donna.