Pensioni anticipate 2025, la quota 103 potrebbe diventare una quota 104 e potrebbero essere confermate Ape sociale e Opzione donna, ma come?
La riforma pensioni, dopo la pausa estiva entra di nuovo nel suo vivo e in attesa della pubblicazione della Legge di Bilancio 2025, continuano a rincorrersi le ipotesi delle misure che potrebbero garantire la flessibilità in uscita nel prossimo anno.
Il capitolo delle pensioni, e su questo bisogna mettersi l’animo in pace, non avrà a disposizione chissà quante risorse. Non per questo, però, sarà avaro di novità che, però, potrebbero non piacere moltissimo ai lavoratori.
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Le ipotesi in campo per le pensioni anticipate 2025
Le ipotesi messe sul campo per il 2025 sono molteplici in ambito previdenziale, soprattutto in vista della scadenza di quota 103, opzione donna e Ape sociale.
Il Governo entro breve dovrà decidere quali novità adottare per il prossimo anno e se prorogare le misure in scadenza oppure no, o, ancora se modificarle prima di una eventuale proroga. Quella che si andrà a realizzare nel 2025 non è propriamente una riforma, quanto un intervento per tamponare le scadenze in attesa di quella che, prima o poi, sarà la riforma definitiva.
Da considerare che l’attuale quota 103 con penalizzazioni non ha riscosso molto successo e proprio per questo dal cantiere dei lavori fa capolino la quota 104.
La quota 104 nel 2025
La quota 104 non è anche che una sorta di evoluzione della quota 103. Non dovrebbe prevedere penalizzazione, per essere maggiormente attraente, ma proprio per il fatto che non penalizza l’assegno deve richiedere requisiti più alti.
In particolare la quota 104, fermi restando i 41 anni di requisiti necessari per accedere, dovrebbe richiedere 63 anni di età. Solo in questo modo potrebbe cancellare le penalizzazioni previste oggi dalla quota 103.
Al momento si sta riflettendo e l’idea della quota 104 non è stata ancora accantonata, sintomo che potrebbe anche essere l’ipotesi giusta per il prossimo anno (da considerare che era un’idea presa in considerazione anche lo scorso anno).
Quota 41 per tutti, ma come?
Il cavallo di battaglia che ogni anno, in sede di discussione della manovra di fine anno rispunta, è la quota 41 per tutti. Una misura che come era stata studiata all’inizio poteva anche essere allettante: in pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età e senza penalizzazioni (o con qualche penalizzazione lieve).
Purtroppo da sempre è stata considerata una misura troppo costosa e proprio per questo motivo ogni anno viene nuovamente messa da parte, anche se presentata nella versione con penalizzazioni.
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Ape sociale e opzione donna, che succede?
Per quel che riguarda opzione donna e Ape sociale, in scadenza a fine anno, si trovano in bilico tra l’abolizione e la proroga. Sicuramente negli ultimi anni si sono rivelate entrambe misure preziose che hanno permesso il pensionamento di molti lavoratori. Lo scorso anno entrambe le misure, per risparmiare sulla spesa previdenziale, sono state pesantemente modificate.
Nel 2025 si potrebbe assistere o una proroga ulteriore per un altro anno con gli stessi requisiti o una abolizione di entrambe le misure. In quest’ultimo caso si dovrebbe, però, prevedere un’altra misura che permetta l’uscita anticipata a invalidi, caregiver, usuranti e gravosi e disoccupati . Un’alternativa potrebbe essere, invece, per entrambe le misure quella di prevedere una proroga con un nuovo inasprimento dei requisiti. Resta da vedere quelle che saranno le decisioni prese dall’esecutivo.