Uno strumento introdotto in via sperimentale per gli anni 2019-2021 e poi prorogato fino al 2023, dovrebbe allungarsi ancora fino al 2025. La misura consente di andare in pensione 5 anni prima dei requisiti ordinari. Significa andare in pensione già a 62 anni o con 37 anni e 10 mesi di contributi. La nuova estensione al 2025 è prevista dal decreto Milleproroghe. E si tratta di un autentico toccasana per quanti non possono garantire una carriera lunga 41 anni di contributi come quella della nuova quota 103. Perché si parla di pensione anticipata 5 anni prima.
Pensione anticipata 5 anni prima e già con 20 di contributi
La misura in questione è l’ormai famoso contratto di espansione. Una misura che consente a determinate imprese di prevedere l’uscita anticipata dei dipendenti ormai prossimi alla pensione. Dipendenti a cui mancano 5 anni sia alla pensione di vecchiaia che a quella anticipata. Le imprese interessate potranno probabilmente farlo fino al 2025, come stabilito dal nuovo decreto Milleproroghe. Le aziende devono avviare una procedura coi sindacati, che ha come obbiettivo la formulazione del contratto. Ed il tutto da svolgere in sede governativa con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Contratto di espansione, come funziona?
Per gli anni 2022 e 2023, la misura è stata confermata per le imprese con non meno di 50 lavoratori in organico. La conferma arrivò con l’ultima legge di Bilancio del precedente esecutivo. Adesso col nuovo governo la materia è stata affrontata dal decreto Milleproroghe, precisamente all’articolo n° 9, comma 1, lettera b. E via alla proroga fino al 2025 (fino al 31 dicembre 2025). Nello specifico viene introdotto che “i lavoratori di aziende che hanno avviato il contratto di espansione e che si trovano a non più di 60 mesi dal conseguimento del diritto alla pensione di vecchiaia e che allo stesso tempo hanno già raggiunto i 20 anni di contributi, o chi si trova a 5 anni dai 42,10 della pensione anticipata possono, previo esplicito consenso in forma scritta nell’ambito di accordi di non opposizione al licenziamento, risolvere il rapporto di lavoro ed usufruire dell’accompagnamento alla pensione”. Pensione anticipata 5 anni prima per questo genere di lavoratore.
Vantaggi anche per l’azienda
Per l’azienda il vantaggio è evidente. Infatti può avviare un turnover e una riduzione di organico. Inoltre può godere di due anni di Naspi che teoricamente spettava al lavoratore, come parziale contropartita dell’assegno di prepensionamento che deve dare al lavoratore per 5 anni. Inoltre non deve versare il cosiddetto ticket licenziamento che avrebbe dovuto versare in fase di licenziamento.
In capo all’azienda l’onere di versare una “indennità mensile commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato dal lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro, così come determinato dall’INPS“. Solo per chi anticipa rispetto alla pensione anticipata ordinaria, l’azienda deve versare anche la quota di contributi figurativi per tutti gli anni di anticipo. Pensione anticipata 5 anni prima quindi con questa misura. una valida alternativa alle regole ordinarie.