La pensione anticipata nella normativa vigente è garantita da numerose misure. Di queste, alcune, sono dedicate esclusivamente ai disabili ed altre prevedono della agevolazioni nella quiescenza di chi ha invalidità. Cerchiamo di capire quali sono le misure previdenziali che permettono un certo anticipo sulla pensione di vecchiaia al lavoratore disabile.
Pensione anticipata disabili
Pensione anticipata ma anche pensione di vecchiaia anticipata per i disabili. Vediamo quali sono le differenze e quali requisiti sono richiesti al lavoratore con disabilità per lasciare in anticipo il lavoro.
Prima fra tutte citiamo la pensione di vecchiaia anticipata, un pensione di vecchiaia a tutti gli effetti che, però, consente al lavoratore disabile di accedere con un certo anticipo: 11 anni per le donne e 6 anni per gli uomini. Questa misura, dedicata esclusivamente ai lavoratori dipendenti del settore privato, permette l’accesso a 56 anni per le donne e a 61 anni per gli uomini in possesso di certificazione di invalidità pensionabile di almeno l’80% che abbiano maturato almeno 20 anni di contributi. Per la decorrenza della pensione, però, è necessario attendere una finestra di 12 mesi.
Il lavoratore disabile può accedere al pensionamento anche all’età di 63 anni grazie all’Ape sociale che richiede, in questo caso, almeno 30 anni di contributi versati ed invalidità certificata pari o superiore al 74%.
Altra forma di agevolazione pensionistica per i disabili è la quota 41 riservata, però, solo ai lavoratori precoci, ovvero coloro che hanno versato almeno 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni di età. In questo caso è richiesta invalidità pari o superiore al 74%.
In ogni caso il lavoratore disabile può accedere a tutte le misure aperte alla generalità dei lavoratori come, ad esempio, la quota 100, l’anticipata ordinaria, l’opzione donna. Ma in questo caso non sono previste agevolazioni per l’invalidità posseduta.