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Pensione prima dei 67 anni: ha sempre un costo e può essere anche salato

Uscire prima dal mondo del lavoro con la pensione anticipata potrebbe avere un impatto negativo sull’assegno mensile.

Negli ultimi anni c’è una sorta di corsa al pensionamento anticipato. La colpa, in un certo senso, è della Legge Fornero che al momento di entrata in vigore ha fatto vacillare le poche certezze che i lavoratori avevano: per molti si è allungata la permanenza al lavoro, per altri (fortunatamente pochi) la situazione è stata più difficile visto che si sono trovati esodati (senza più un lavoro e senza il diritto alla pensione).

Nonostante negli anni si siano susseguite diverse salvaguardie per permettere agli esodati di pensionarsi, la cosa ha lasciato un segno indelebile negli italiani che, ormai, vedono le misure per accedere alla pensione sempre abbastanza precarie. Proprio per questo motivo ogni lavoratore preferisce scegliere il pensionamento subito, con qualche anticipo, piuttosto che attendere i requisiti per la pensione di vecchiaia: la paura di vedersi scivolare il diritto tra le dita è troppo grande.

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La pensione anticipata ha sempre un costo

La scelta di anticipare l’uscita dal mondo del lavoro, quindi, viene preferita dai lavoratori, anche da quelli che fretta di pensionarsi non ne avrebbero. E questa scelta viene effettuata nonostante l’anticipo abbia sempre un costo.

Anche se la misura che si sceglie non prevede penalizzazioni, anticipare la pensione rispetto ai 67 anni è sempre poco conveniente per il lavoratore. Prendiamo come esempio la pensione anticipata ordinaria , quella che richiede 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, indipendentemente dall’età (almeno questi sono i requisiti in vigore nel 2024).

Supponiamo che un lavoratore riesca a centrare i requisiti a 61 anni e accede alla pensione. L’assegno che gli spetta, a parità di contributi versati, è inferiore a quello che sarebbe di diritto avere a 67 anni, anche senza penalizzazioni. Questo perché il calcolo dell’importo della pensione si basa sui coefficienti di trasformazione dei parametri che variano in base all’età (dai 56 ai 71 anni) e che rendono meno conveniente il calcolo a chi è più giovane rendendo più appetibile con l’avanzare dell’età.

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L’età più conveniente per pensionarsi, infatti, sarebbe a 71 anni (quando viene applicato il coefficiente di trasformazione più alto). Quando si anticipa l’uscita rispetto ai 67 anni, oltre ai minor contributi versati (per gli anni lavorati in meno) si deve fare i conti anche con il calcolo meno conveniente dell’assegno per l’età troppo giovane.

Proprio per questo motivo anticipare la pensione ha sempre un costo per il lavoratore e per questo è sempre bene fare una simulazione, quando si decide di anticipare l’uscita, tra quella che sarebbe la pensione spettante a 67 anni e quella che, invece, spetta al momento che si decide di anticipare.