I requisiti della pensione anticipata ordinaria sono rivoluzionati da una recentissima sentenza della Corte di Cassazione. Per accedere alla pensione anticipata ordinaria sono necessari 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Di questi contributi almeno 35 anni devono essere effettivamente versati e non possono essere usati, nel conteggio contributi figurativi da disoccupazione o da malattia.
Questa è la regola che ha inciso, fino ad ora, anche nella determinazione dei contributi per accedere a pensioni come l’opzione donna o le quote 100, 102 e 103: almeno 35 anni di contributi devono essere effettivi.
Le sentenze 24916 e 24952 del 17 settembre 2024, però cambiano tutto: non servono i 35 anni di contributi effettivi e a chiarirlo è la Corte di Cassazione.
Leggi anche: Pensione anticipata 2025 a 63 anni o prima per chi ha perso il lavoro, ma come?
Le sentenze della Cassazione per la pensione anticipata
In entrambe le sentenze la Suprema Corte è stata chiamata e decidere sui casi di lavoratrici che hanno chiamato in giudizio l’Inps per far valere ai fini della pensione anticipata ordinari anche i contributi figurativi riconosciuti per malattia e disoccupazione.
Le autorità giudiziarie hanno respinto le prime istanze delle lavoratrici perché la pensione anticipata prevede, per legge, il conteggio nei 35 anni, di contributi figurativi di malattia e disoccupazione.
Le due lavoratrici, però, hanno proposto appello alle sentenze delle Corti portando come appiglio il comma 10 dell’articolo 24 del decreto legge 201 del 2011 convertito in Legge n.214 del 2011 (la Legge Fornero) che consente il conteggio dei contributi figurativi. Tale comma, infatti, recita:
“A decorrere dal 1° gennaio 2019 e con riferimento ai soggetti la cui pensione è liquidata a carico dell’AGO e delle forme sostitutive ed esclusive della medesima, nonché della gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, l’accesso alla pensione anticipata è consentito se risulta maturata un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.”
Potrebbe interessarti anche: Pensione anticipata, ecco la formula magica: 63+20 con quota 83 o 64+20 e 136 euro in più al mese
La decisione della Cassazione: non servono 35 anni di contributi
In entrambi i ricordi la Corte di Cassazione ha ricordato che il sistema previdenziale italiano è stato modificato dalla Legge 214 del 2011 e questa legge ha coinvolto anche la pensione anticipata andando ad eliminare il requisito dei 35 anni di contribuzione effettiva. L’articolo 24 al comma 10 della Legge Fornero è chiaro citando solo il requisito contributivo e non specifica che deve esserci contribuzione effettiva.
Il comma 11 dello stesso articolo, invece, è diverso, in quanto dispone che:
Fermo restando quanto previsto dal comma 10, per i lavoratori con riferimento ai quali il primo accredito contributivo decorre successivamente al 1° gennaio 1996 il diritto alla pensione anticipata, previa risoluzione del rapporto di lavoro, può essere conseguito, altresì, al compimento del requisito anagrafico di sessantatre anni, a condizione che risultino versati e accreditati in favore dell’assicurato almeno venti anni di contribuzione effettiva (…)”
Essendo specificata la contribuzione effettiva (nel comma 11) necessaria per chi ricade nel contributivo puro, e non essendo previsto nulla per la generalità dei lavoratori, la legge che prevede i 35 anni di contributi effettivi per accedere alla pensione anticipata ordinaria deve essere disapplicata.
Con le due sentenze in questione la Corte di Cassazione rivoluziona i requisiti per accedere alla pensione anticipata ordinaria eliminando definitivamente i 35 anni di contributi effettivi come vincolo per poter accedere alla misura.