La pensione anticipata nel 2023 sarà come sempre quella a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini ed un anno prima per le donne, cioè a 41 anni e 10 mesi di contributi. Ma pensione anticipata è anche quella della nuovissima quota 103. Perché già a 62 anni c’è chi può lasciare il lavoro. E lo stesso dicasi per le donne e per la loro opzione dai 58 anni, anche se a platea circoscritta e limitata. E non sarà una misura previdenziale tipica, ma pure l’Ape sociale permette di lasciare in anticipo il lavoro. A 63 anni si può godere dell’anticipo pensionistico. Sono queste le misure che di fatto rimettono in pista per un pensionamento anticipato anche quanti rischiavano di essere tagliati fuori dalle chiusure di alcune misure precedenti.
Pensioni anticipate oggi, ecco tutti gli sconti da sfruttare
La chiusura di quota 100 prima e quella di quota 102 dopo hanno spiazzato di molto i lavoratori. Misure che hanno consentito a qualcuno di accedere alla pensione anticipata e poi hanno escluso gli altri per colpa di piccole carenze anagrafiche o contributive. Ci sono lavoratori che nel 2021 avevano meno di 62 anni di età e pure con 39 anni di contributi non hanno potuto sfruttare la quota 100. Per esempio i nati nel 1959, esclusi anche dalla quota 102 anche con 40 anni di contributi l’anno successivo, perché nel 2022 servivano 64 anni di età. Per questo genere di lavoratori, la nuova quota 103 è una specie di toccasana. Infatti senza questo intervento la loro pensione sarebbe rimasta un autentico miraggio.
Per questi nati nel 1959 ecco la nuova pensione anticipata
L’esempio dei nati nel 1959 è quello tipico per spiegare un fallimento dal punto di vista delle normative. I repentini passaggi da quota 100 a quota 102, e le soluzioni anti scalone, non hanno funzionato. Sono proprio i nati nel 1959 i più penalizzati. Non avendo completato i 62 anni di età in tempo utile per la quota 100, erano finiti dentro lo spettro dello scalone di 5 anni. Scalone che il governo aveva deciso di detonare con la quota 102. Salvo poi portare a 64 anni di età la successiva quota 102, che non ha permesso assolutamente a questi lavoratori di tornare a poter percepire una pensione che per i nati nel 1958, a parità di carriera era stata possibile. Una cosa che quasi in salvaguardia adesso, per qualcuno torna ad essere possibile. Chi nel 2021 aveva 61 anni di età e 39 di contributi, nel 2023 ne avrà 63 e 41, soglie utili alla nuova quota 103. Senza la quota 103 questi lavoratori avrebbero dovuto lavorare almeno un altro anno e 10 mesi per poter accedere alla pensione anticipata ordinaria. Sarebbero potuti andare in pensione sull’orlo dei 65 anni. Invece l’apertura di questa finestra di uscita nel 2023 li agevola di molto.