La Legge di Bilancio 2025 prevede una serie di misure a favore delle lavoratrici madri, in particolare per quelle che hanno avuto quattro o più figli, introducendo un significativo anticipo pensionistico.
La novità principale riguarda la riduzione del requisito anagrafico per l’accesso alla pensione, che passa da 12 a 16 mesi per le madri con almeno quattro figli. Questo intervento si applica sia alla pensione di vecchiaia che a quella anticipata contributiva, mantenendo però il rispetto dei valori soglia previsti per la pensione stessa.
Pensione per lavoratrici madri
Questo beneficio va ad aggiungersi a una serie di misure che già esistevano in passato, ma che con la nuova legge di bilancio sono state potenziate, cercando di sostenere ulteriormente le donne che hanno intrapreso un percorso di vita familiare particolarmente impegnativo.
Ifatti, non tutti sono a conoscenza del fatto che la legge 335/95 (Legge Dini), la normativa che ha introdotto il sistema di calcolo pensionistico contributivo, ha già previsto alcuni benefici destinati a chi ricade nel metodo contributivo puro, che hanno a che fare con la maternità e l’assistenza ai figli.
Ad esempio, per ogni figlio, le madri possono ottenere un accredito di 170 giorni in più, che viene riconosciuto alle lavoratrici assenti dal lavoro per l’educazione e l’assistenza dei propri figli fino al sesto anno di età.
Questo credito viene applicato per ogni figlio, ed è destinato a garantire che il periodo in cui una madre si dedica alla crescita e alla cura dei figli non penalizzi eccessivamente la sua carriera lavorativa, influendo sul suo futuro pensionistico.
La pensione anticipata
Inoltre, un ulteriore beneficio previsto dalla legge riguarda un accredito di 25 giorni complessivi ogni anno, con un limite massimo di 24 mesi durante l’intera vita lavorativa, che viene riconosciuto alle lavoratrici che si assentano dal lavoro per assistere figli maggiori di sei anni, coniuge o genitori conviventi con disabilità grave, come previsto dalla Legge 104/92.
Questo beneficio ha lo scopo di supportare coloro che si trovano a dover affrontare difficoltà familiari, come l’assistenza a persone con disabilità, senza subire un danno significativo sul piano previdenziale.
Infine, uno degli aspetti più rilevanti riguarda il riconoscimento di un anticipo di età per l’accesso alla pensione di vecchiaia. Indipendentemente dall’assenza dal lavoro per motivi legati alla maternità, la legge prevede che ogni figlio porti un abbassamento di 4 mesi nel requisito anagrafico per il pensionamento, con un limite massimo di 12 mesi complessivi. Con l’introduzione della Manovra 2025, questo limite viene elevato a 16 mesi, ma solo per le donne che hanno avuto almeno 4 figli.
Lo sconto si applica sia alla pensione di vecchiaia a 67 anni con 20 anni di contributi che a quella anticipata contributiva a 64 anni sempre con 20 anni di contributi.
Questo nuovo intervento rappresenta anche un segnale concreto di valorizzazione del ruolo delle madri nel mercato del lavoro e nella società. L’obiettivo è quello di riconoscere e premiare il lavoro di cura che, storicamente, è stato poco valorizzato, soprattutto dal punto di vista economico e previdenziale. Con queste modifiche, si cerca di favorire le donne che affrontano il doppio impegno di lavoro e maternità.