Gli autisti dei mezzi di trasporto pubblici rientrano nel perimetro di applicazione della pensione usuranti. In pratica tutti coloro che come servizio conducono bus, tram e altri mezzi di trasporto su terra di persone (sopra i 9 trasportati), godono di una particolare misura previdenziale. Possono andare in pensione infatti con 61 anni e 7 mesi di età e con 35 anni di contributi versati, con contestuale completamento della quota 97,6.
I camionisti e i conduttori di mezzi pesanti in genere, no. Non sono considerate attività di lavoro usurante queste professioni. Ma da anni la professione del conduttore di mezzi pesanti ha visto il suo riconoscimento come professione gravosa. E come tale rientra di diritto in due misure previdenziali, la prima ormai strutturale e la seconda in scadenza il 31 dicembre prossimo, ma con una sua proroga altamente probabile. Parliamo di Quota 41 e dell’Ape sociale.
Ape sociale camionisti, la guida
L’Ape è acronimo di Anticipo pensionistico ed è una misura in cui vi rientrano pure i camionisti. Infatti i conduttori di mezzi pesanti fanno parte delle 15 attività di lavoro gravoso a cui l’Ape sociale è destinata (ma come vedremo, sono le stesse categorie destinatarie della Quota 41 precoci).
Con l’Ape sociale si può accedere alla pensione con almeno 63 anni di età e con almeno 36 anni di contributi versati. La misura è flessibile perché è il lavoratore che deve scegliere se uscire a 63 anni piuttosto che dopo. Occorre che l’attività gravosa e quindi il lavoro di camionista, sia stato svolto per almeno 7 degli ultimi 10 anni di carriera o per almeno 6 degli ultimi 7.
La pensione con l’Ape sociale è una specie di assegno di accompagnamento alla pensione di vecchiaia vera e propria a 67 anni. Il camionista infatti al termine dell’anticipo, cioè una volta compiuti i 67 anni utili alla pensione di vecchiaia, si vedrà cessare l’assegno dell’Ape sociale e dovrà presentare domanda di pensione ordinaria.
L’assegno percepito con l’Ape sociale non è reversibile al coniuge in caso di decesso del pensionato, non prevede trattamenti di famiglia, non prevede maggiorazioni e non ha la tredicesima.
La quota 41 per i camionisti
Anche la Quota 41 può essere appannaggio dei camionisti. Infatti anche questa misura, ormai strutturale e senza scadenza, ha nei lavori gravosi parte della platea a cui è destinata. La Quota 41 è una misura che non prevede limiti di età e che pertanto, permette il pensionamento a prescindere dall’età anagrafica.
Basta completare il giusto numero di contributi previdenziali versati ed aver svolto il lavoro di camionista sempre in 7 degli ultimi 10 anni o in 6 degli ultimi 7. Servono come anche il nome della misura dice, 41 anni di versamenti.
Di questi, almeno 35 anni devono essere effettivi, cioè senza contributi figurativi da disoccupazione indennizzata o da malattia. Inoltre almeno uno dei 41 anni di contributi richiesti deve essere stato versato prima del compimento del 19imo anno di età da parte del lavoratore. Non è necessario che l’anno di contribuzione prima dei 19 anni di età sia continuativo.