La Quota 41 possiamo descriverla come una riforma previdenziale pensata per chi, in tutta la sua vita, ha faticato lavorando e non desidera altro che smettere per mettersi a riposo.
Questa riforma, infatti, permetterebbe di andare in pensione una volta raggiunti i 41 anni di contributi.
Una nota positiva sarebbe, sicuramente, il superamento della legge Fornero la quale, sostanzialmente, permette la pensione anticipata solamente a coloro che hanno raggiunto i 42 anni e 10 mesi di contributi, per le donne un anno prima.
Tuttavia, purtroppo, non tutte le persone possono accedere alla attuale Quota 41, dunque, non tutti possono andare in pensione raggiunti i 41 anni di contributi con la sua attuale forma
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Per accedere alla Quota 41 è necessario avere determinati requisiti, e credetemi sul fatto che sono molto specifici e limitanti.
Requisiti quota 41 oggi
Innanzitutto bisogna aver iniziato a maturare un intero anno di contributi già dai 19 anni. Solo questa clausola, penso, eliminerebbe dalla possibilità di accedere a questa quota moltissime persona, ma non è tutto!
Oltre questo primo requisito ve ne è uno che è, molto probabilmente, anche più riduttivo: bisogna appartenere alla categoria, riconosciuta dallo stato, degli invalidi… e oltre a questo, non basta una qualunque invalidità, bisogna esserlo al 74%.
Tuttavia, oltre agli invalidi, lo stato permette di accedere a tale quota anche ai lavoratori che fanno lavori molto usuranti e gravosi, ai disoccupati e ai caregiver.
Tuttavia, come avevamo già annunciato, oggi la quota 41 è molto limitante: difatti ci sono alcune persone che sono escluse a priori dalla possibilità di accedervi. Queste persone sono coloro che, in sostanza, hanno iniziato a versare contributi per la pensione dopo il primo gennaio del 1996 e tutti coloro che fanno uso del computo della gestione separata (ovvero il riunire gratuitamente nella gestione separata tutti i contributi sparsi nelle altre gestioni della previdenza pubblica). Insomma, coloro che ricadono nel sistema contributivo.
Quota 41, perchè sarebbe la riforma migliore?
Una nota positiva di questa Quota 41 è che non presenta alcuna penalizzazione sulla pensione, il che, dunque, porta a chi ne può usufruire ad aver grande vantaggio.
Tuttavia bisogna dire che l’assegno arriverà, effettivamente, solamente dopo tre mesi che sono stati maturati i requisiti.
L’unica limitazione che questa Quota 41 riporta è il ritorno al lavoro di chi la sceglie per la pensione.
Per quanto riguarda gli uomini: per almeno 22 mesi non potranno riprendere il lavoro.
Per le donne è sostanzialmente la stessa cosa, ma cambia il tempo d’attesa che nel loro caso scende a soli 10 mesi.
Proprio per questo motivo la quota 41 per tutti è la forma di pensione che molti auspicano nella prossima riforma del sistema previdenziale.