Pensione con 41 anni di contributi Pensione con 41 anni di contributi

Pensione con 41 anni di contributi per tutti nel 2024, quali effetti sull’assegno?

Pro e contro della pensione con 41 anni di contributi, vediamo un’analisi approfondita di quelle che potrebbero essere le conseguenze.

Nel caso in cui scattasse la Quota 41 per tutti già dal prossimo anno le donne potrebbero andare in pensione 10 mesi prima, per gli uomini l’anticipo sarebbe di 1 anno e 10 mesi. Questo rispetto ai requisiti oggi richiesti dalla pensione anticipata ordinaria richiesta dalla Legge Fornero. Una pensione che richiedesse 41 anni di contributi per tutti andrebbe, quindi, a sostituire proprio questa misura.

Quota 41 per tutti, chi ne beneficerebbe?

Per andare in pensione anticipata con 41 anni di contributi è necessario, quindi, raggiungere detta contribuzione prima del compimento dei 67 anni. Ne potrebbero beneficiare, quindi, tutti coloro che hanno iniziato a lavorare entro i 26 anni di età. Per chi ha iniziato a lavorare più tardi di questa età nulla cambierebbe rispetto ad oggi e l’uscita sarebbe garantita dalla pensione di vecchiaia a 67 anni.

Andare in pensione qualche anno prima, ovviamente, fa gola a moltissimi lavoratori. Ma quali sarebbero le conseguenze dell’anticipo? Sicuramente lavorare meno anni (rispetto all’anticipata ordinaria) darà luogo ad un assegno previdenziale più lungo. Ad un accesso ad un età più giovane, che comporta l’applicazione di un coefficiente di trasformazione meno conveniente e, di conseguenza, ad un assegno previdenziale meno pesante.

Quanto si perderebbe sull’assegno?

Secondo le prime proiezioni fatte la perdita in termini di assegno previdenziale sarebbe più sostanziosa per gli uomini che potrebbero perdere fino al 12%. Per le donne la sforbiciata è meno pesante e potrebbe pesare circa il 9%. Ma non si deve considerare il taglio come qualcosa che si perde. Sicuramente in termini economici una perdita c’è, ma al tempo stesso si ha un guadagno nel tempo libero e nel benessere della vita. Quindi questi due elementi vanno sicuramente messi sul piatto della bilancia.

Quello che c’è da considerare è che la quota 41 per tutti verrebbe meno l’ultima differenziazione a livello previdenziale tra uomini e donne (che ad oggi sta nell’anno di differenza di 1 anno di contributi che richiede la pensione anticipata ordinaria per un genere e per l’altro).

Per chi è laureato, infine, il riscatto laurea potrebbe diventare un elemento fondamentale per raggiungere l’anticipo pensionistico, ma sempre a patto di aver iniziato a lavorare molto presto una volta ottenuta la laurea.