Sono diversi mesi che l’argomento di cui si discute maggiormente è la riforma delle pensioni.
Un riforma che, pur volendo superare la legge Fornero, promette una maggiore flessibilità in uscita ai lavoratori. Un riforma, a detta del governo, che dovrebbe entrare in vigore gradualmente e senza troppi scossoni ed andare a sostituire l’attuale legge previdenziale.
Ma quando un cambiamento di questa portato può non essere brusco e non creare scossoni?
Riforma pensioni 2024, guai in arrivo?
Con la riforma 2023 si è cercato di accontentare i sindacati che chiedevano l’uscita a 62 e la Lega che voleva la quota 41. Così è stata partorità la quota 103 che permette l’uscita a 62 anni con 41 anni di contributi.
Ma per il 2024 si dovrà fare attenzione ai costi e ogni scelta dovrà essere economicamente sostenibile.
Questa genera nei lavoratori abbastanza preoccupazioni per quello che potrebbe accadere alla pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi. Se la legge Fornero verrà cancellata che fine farà la pensione anticipata ordinaria?
Ci sarà veramente una quota 41 per tutti che prenderà il suo posto a prescindere dall’età?
La preoccupazione viene dalle penalizzazioni
Ma fino ad ora non si era detto che una quota 41 per tutti era troppo costosa e non poteva essere realizzata senza penalizzazioni? E se la pensione a 42 anni e 10 mesi dovesse essere sostituita da una quota 41 con penalizzazioni che senso avrebbe?
Meglio sarebbe lasciare la nostra legge Fornero con i suoi paletti e le sue rigidità ma che garantisce, in ogni caso, una pensione intera.
Per capire come si procederà in ogni caso bisognerà attendere almeno l’estate, periodo entro il quale il Governo ha annunciato che la riforma delle pensioni sarebbe stata pronta.