La pensione di reversibilità è il trattamento che spetta ai familiari supersiti nel momento della morte del pensionato. Non solo al coniuge, il diritto può essere esteso anche a figli, genitori, nipoti e fratelli dell’assicurato deceduto. Quando e come spetta la pensione ai superstiti agli altri componenti del nucleo familiare ed in particolare ai fratelli e sorelle?
Pensione di reversibilità ai fratelli o sorelle
Il diritto alla pensione di reversibilità può spettare a fratelli e sorelle solo nel caso che coniuge, figli, genitori e nipoti siano mancanti o non abbiano diritto al trattamento (ad esempio non hanno diritto alla pensione i figli che non sono a carico del genitore al momento del decesso, non ne hanno diritto i genitori che percepiscono pensione diretta, non ne hanno diritto i nipoti che non erano a carico alla morte del pensionato).
In ogni caso anche se mancano o non hanno diritto al trattamento coniuge, figli, nipoti e genitori del defunto i fratelli e le sorelle per essere beneficiari della pensione di reversibilità devono rispettare determinati requisiti, ovvero:
- essere celibi o nubili (i fratelli e le sorelle sposati, quelli vedovi o divorziati, quindi non rientrano nel beneficio)
- essere inabili al lavoro (anche se minori di 18 anni)
- al momento del decesso devono essere a carico del pensionato al momento del decesso
- non devono essere titolari di pensione diretta o indiretta
- avere un reddito che non superi del 30% il trattamento minimo INPS.
Questo fa comprendere che le condizioni per poter richiedere la pensione di reversibilità come fratelli o sorelle di un pensionato defunto sono molto difficili da realizzare.
Per tutti i familiari che non sono il coniuge, infatti, è richiesto la vivenza a carico del defunto e particolari condizioni economiche. Solo il coniuge può beneficiare del trattamento non essendo a carico del defunto e pur avendo redditi propri.