Alla morte del pensionato i familiari superstiti hanno diritto alla pensione di reversibilità. Il primo beneficiario della misura è il coniuge superstite ma che quota della pensione gli spetta?
Pensione di reversibilità al coniuge
Al coniuge la pensione di reversibilità spetta sempre, anche se percepisce redditi propri, anche se ancora lavora. Se vengono superati determinati limiti di reddito la pensione di reversibilità può ridursi ma non viene mai revocata o sospesa.
In linea di massima al coniuge spetta il 60% di quanto percepito dal pensionato in vita come assegno mensile. Se c’è un figlio a carico, minore, inabile o studente fino a 26 anni che era a carico del defunto prima della morta, la quota è aumentata all’80%. In presenza di due o più figli, invece, spetta il 100% della pensione.
Ma come abbiamo detto in caso di redditi personali la quota di pensione di reversibilità può ridursi in percentuale.
Pensione ai superstiti, come si riduce?
- il coniuge superstite che ha redditi propri fino a 3 volte il minimo INPS percepisce l’intera quota spettante della pensione di reversibilità
- Il coniuge che ha reddito superiori a 3 volte il minimo INPS (13 volte l’importo in vigore dal 1 gennaio dell’anno in corso, per il 2023 l’importo mensile è di 563 euro) subirà una riduzione della quota spettante pari al 25%
- Il coniuge che ha reddito superiori a 4 volte il minimo INPS (13 volte l’importo in vigore dal 1 gennaio dell’anno in corso, per il 2023 l’importo mensile è di 563 euro) subirà una riduzione della quota spettante pari al 40%
- Il coniuge che ha reddito superiori a 5 volte il minimo INPS (13 volte l’importo in vigore dal 1 gennaio dell’anno in corso, per il 2023 l’importo mensile è di 563 euro) subirà una riduzione della quota spettante pari al 50%.