La pensione di reversibilità dei genitori spetta ai figli, a vita, se totalmente inabili al lavoro e se a carico del genitore al momento del decesso. Ma cosa accade se il figlio inabile perde entrambi i genitori? Gli spetta la reversibilità da parte di entrambi?
La normativa in materia è abbastanza complicata e proprio per questo motivo cercheremo di spiegare come funziona anche per tranquillizzare tutti quei genitori che hanno a carico figli inabili al lavoro, che non sanno chi e come se ne prenderà cura al momento del loro decesso.
Pensione reversibilità figli inabili
Partiamo dal concetto di inabilità, individuato dalla legge 222 del 1984: “si considera inabile colui il quale, a causa di infermità o difetto fisico o mentale, si trovi nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa”.
L’inabile, quindi, non è in grado di produrre un reddito ed ha bisogno di assistenza.
Vediamo cosa accade alla morte di uno dei due genitori al figlio inabile.
Come ben sappiamo il 60% della pensione di reversibilità spetta al coniuge superstite. Al figlio inabile maggiorenne, invece, spetta il 20% della pensione percepita dal genitore al momento del decesso.
Se in un secondo momento dovesse venire a mancare anche l’altro genitore, il figlio inabile avrebbe diritto non al 20% come quota di reversibilità, ma al 70%. Ma avrebbe diritto al 70% della pensione percepita anche dal secondo genitore, quello venuto a mancare in un secondo tempo.
Facciamo un esempio pratico: una famiglia composta da mamma pensionata (700 euro al mese) papà pensionato (1000 euro al mese) e un figlio inbile al lavoro di 30 anni.
Alla morte del padre la pensione di reversibilità spettante sarebbe così suddivisa: il 60% alla mamma (600 euro) e il 20% al figlio inabile al lavoro (200 euro).
Se, in seguito dovesse venire a mancare anche la mamma, al figlio inabile spetterebbe il 70% della pensione del padre (700 euro) ed il 70% della pensione della madre (490 euro), per tutta la vita.