La pensione è una rendita vitalizia che spetta al momento della cessazione del rapporto di lavoro in corrispondenza del raggiungimento dei requisiti richiesti per accedere alla varie misure. La pensione spetta anche nel caso di inabilità al lavoro o invalidità.
Nella normativa attualmente in vigore in Italia sono contenute diverse misure per poter accedere alla quiescenza, vediamo quali sono.
Pensione: le misure di vecchiaia
Pensione di vecchiaia che si ottiene al raggiungimento dei 67 anni di età (requisito soggetto ad adeguamento all’aspettativa di vita Istat) e dei 20 anni di contributi.
Pensione di vecchiaia contributiva che si ottiene al raggiungimento dei 71 anni di età (requisito soggetto ad adeguamento all’aspettativa di vita Istat) unitamente ad almeno 5 anni di contributi versati dopo il 31 dicembre 1995. La pensione è aperta anche per coloro che, pur avendo contribuzione versata prima del 1996, 1996 possono optare per il computo nella Gestione Separata.
Pensione di vecchiaia anticipata che è riservata solo ed esclusivamente ai lavoratori dipendenti del settore privato con invalidità riconosciuta pari o superiore all’80%. La misura è accessibile al compimento dei 56 anni per le donne e al compimento dei 61 anni per gli uomini in presenza di almeno 20 anni di contributi maturati. Per la decorrenza della pensione è necessaria una finestra di attesa di 12 mesi dal raggiungimento dei requisiti.
Pensione: le misure anticipate
Pensione anticipata che richiede solo il requisito contributivo, si accede indipendentemente dall’età, di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e di 41 anni e 10 mesi per le donne. Dal 2019 è necessario attendere, dal raggiungimento del requisito contributivo, una finestra di attesa di 3 mesi.
Pensione anticipata contributiva che permette un anticipo di ben 3 anni sulla pensione di vecchiaia a fronte degli stessi anni di contributi richiesti (20 anni) ma solo per chi ha contribuzione versata successivamente al 1 gennaio 1996 o per chi può optare per il computo nella Gestione Separata. Occorre, inoltre, che l’assegno liquidato sia pari o superiore a 2,8 volte il minimo INPS.
Ape sociale, in scadenza, se non verrà prorogata ulteriormente, il 31 dicembre 2021. La misura permette un pensionamento a invalidi, caregiver e disoccupati che al compimento dei 63 anni abbiano maturato almeno 30 anni di contributi e a usuranti e gravosi che alla stessa età abbiano maturato almeno 36 anni di contributi.
Opzione donna, invece, è un regime sperimentale introdotto nel 2015 e prorogato anche per il 2020 che permette il pensionamento delle lavoratrici dipendenti che entro il 31 dicembre 2019 hanno maturato almeno 35 anni di contributi e compiuto i 58 anni di età e alle lavoratrici autonome che, alla stessa data, abbiano compiuto 59 anni di età unitamente a 35 anni di contributi. La misura, pur permettendo un largo anticipo è soggetta ad un calcolo interamente contributivo dell’assegno che, in alcuni casi, prevede una penalizzazione dell’assegno pensionistico anche del 30%.La misura, inoltre, prevede una finestra di attesa dal raggiungimento dei requisiti, di almeno 12 mesi per le dipendenti e di 18 mesi per le autonome.
Pensione a quote
Quota 100, misura introdotta sperimentalmente nel 2019 scadrà il 31 dicembre 2021. Per l’accesso richiede almneo 62 anni di età unitamente al perfezionamento di almeno 38 anni di contributi. Per la decorrenza della pensione è prevista una finestra di attesa di 3 mesi per i dipendenti privati e di 6 mesi per i dipendenti pubblici, da raggiungimento dei requisiti anagrafici e contributivi.
Quota 41 è una misura pensata appositamente per i lavoratori precoci, possono accedervi, infatti, soltanto i lavoratori che abbiano maturato almeno 12 mesi di contributi prima di compiere i 19 anni di età. Richiede, inoltre, almeno 41 anni di contributi l’appartenenza ad uno dei profili tutelati che sono: disoccupati, caregiver, invalidi usuranti e gravosi. Per la decorrenza della pensione è necessaria una finestra di attesa di 3 mesi dal raggiungimento dei requisiti.
Pensione casalinghe
Si tratta di una pensione che spetta a chi ha dedicato la sua vita al lavoro di cura familiare senza subordinazione e senza retribuzione. Si ottiene iscrivendosi al Fondo casalinghe istituito nel 1997. Con almeno 5 anni di contributi versati volontariamente nel Fondo è possibile ottenere la pensione a partire dai 57 anni di età, se il suo importo è pari ad almeno 1,2 volte il minimo INPS, o al compimento dei 65 anni indipendentemente dall’importo.
Altre pensioni
Esistono altri trattamenti previdenziali che elencheremo di seguito .
La pensione di reversibilità spetta ai familiari superstiti alla morte di un pensionato. Primo destinatario della misura è il coniuge superstite ma quote potrebbero spettare anche a figli minorenni e maggiorenni , nipoti, fratelli e sorelle e genitori in possesso di determinati requisiti. Come la reversibilità la pensione indiretta, invece, spetta ai familiari superstiti di un lavoratore deceduto che abbia raggiunto determinati requisiti contributivi.
La pensione di invalidità civile è una prestazione di natura assistenziale che spetta ai cittadini che risultino con invalidità certificata al 100% ed in possesso di determinati limiti di reddito personale.
L’assegno ordinario di invalidità, invece, è una prestazione a carattere previdenziale che spetta ai lavoratori che hanno subito una riduzione della capacità lavorativa a meno di un terzo che siano in possesso di almeno 5 anni di contribuzione maturata di cui, almeno 3 anni versati nel quinquennio che precede la domanda.
Infine, l’assegno sociale è una prestazione assistenziale che spetta ai cittadini che abbiano compiuto almeno 67 anni che si trovino nell’impossibilità di accedere a qualsiasi tipo di pensione previdenziale e che rispettino i limiti di reddito imposti annualmente dalla legge.