Per i lavoratori invalidi sono previste diverse misure previdenziali. La più utilizzata dai lavoratori è l’assegno ordinario di invalidità che non permette l’accesso alla pensione anticipata, ma solo a quella di vecchiaia. Un’altra misura dedicata agli invalidi è la pensione di vecchiaia anticipata riconosciuta ai lavoratori invalidi del settore privato che hanno una percentuale di almeno l’80%.
Pensione di vecchiaia anticipata da trasformazione di assegno ordinario
Facciamo qualche considerazione sulla trasformazione dell’assegno ordinario in pensione di vecchiaia anticipata, perché le due misure non sono cumulabili e l’invalido deve scegliere quella che maggiormente gli conviene.
Una nostra lettrice ci scrive:
Buongiorno, ho 58 anni e sono disabile al 100% dal aprile 2024 (dal 2015 ho una disabilità al 67% sclerosi multipla,con un aggravamento nel 2023) da un po di tempo vi seguo ed ho potuto constatare, anche dalle parole dei vostri lettori, la vostra competenza in materia previdenziale ed ho deciso di sottoporvi una domanda che mi sta a cuore. L’argomento è stato da voi trattato piu’ volte ( AOI ), ma il mio caso mi sembra leggermente diverso da quelli che ho letto e volevo chiederle, se possibile, un vostro parere.
Ho fatto richiesta all’INPS della pensione Antcipata di Vecchiaia, la risposta è stata :
“E’ stato riconosciuto il requisito sanitario dell’invalidita’ 80% a far data da 1.4.2024. Pertanto la prima finestra utile allo stato normativo attuale risulta essere 1.5.2025. Lei potra’ presentare nuova istanza in prossimita’ di tale data se decidera’ di cessare l’attivita’ lavorativa come dipendente. Si ricorda che dovra’ scegliere il prodotto dedicato “vecchiaia in trasformazione da assegno ordinario di invalidita’”, agganciandosi alla prestazione attualmente in godimento”.
Aprile 2025 finirò il primo anno del primo triennio dell’AOI (che scadra’ aprile 2027).
La domanda è questa: Posso smettere di lavorare a dicembre 2024, percepire l’AOI fino ad aprile 2027 senza rinnovarlo e allo scadere chiedere la mia pensione anticipata maturata?
Potrebbero esserci penalizzazioni che non conosco ?
I mesi in cui non lavoro ma percepisco AOI mi vengono conteggiati i contributi dall’INPS oppure è meglio andare in pensione alla prima finestra del 01.05.2025?
Io dicembre 2024 avrò maturato 38 annidi contributi.
Vi ringrazio infinitamente per la gentile risposta. Cordiali saluti
Qualche considerazione sulla vicenda, in risposta al lettore
Lei può tranquillamente smettere di lavorare a dicembre e continuare a percepire l’assegno ordinario di invalidità fino alla prima finestra utile o fine alla sua naturale scadenza, la scelta resta a lei. Anche se andasse a percepire la pensione di vecchiaia anticipata nel 2027 non andrebbe incontro a nessuna penalizzazione (potrebbe alzarsi leggermente l’età pensionabile, di qualche mese visto che nel 2027 ricomincerebbe l’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita, ma per lei sarebbe ininfluente visto che ha già raggiunto i requisiti abbondantemente per quella data) sul calcolo dell’assegno.
Durante il periodo in cui fruisce dell’assegno ordinario senza lavorare non ha diritto alla contribuzione e i suoi contributi, dopo le dimissioni che intende dare a dicembre, resteranno invariati.
Consigliamo la lettura di: Contributi figurativi assegno ordinario di invalidità, ecco quando
Il consiglio può essere soltanto uno: faccia fare una simulazione dell’assegno che le spetterebbe con la pensione di vecchiaia anticipata: se l’importo è molto simile a quanto oggi percepisce di assegno ordinario di invalidità, potrebbe valere la pena attendere il 2027 per accedere alla pensione anticipata di vecchiaia. In questo modo, infatti, l’assegno di pensione le sarebbe calcolato con un coefficiente di trasformazione maggiormente vantaggioso (invece che quello relativo al 58 anni, quello relativo ai 60 anni) per la quota che ricade nel sistema contributivo.
Ma se il suo assegno ordinario è stato liquidato diversi anni fa, l’importo della sua pensione di vecchiaia potrebbe essere decisamente più alto e, a questo punto rimandare di due anni l’accesso alla misura non sarebbe conveniente perché il calcolo maggiorato grazie al miglior coefficiente di trasformazione (si tratta, nella migliore delle ipotesi, di qualche decina di euro al lordo) non riuscirebbe ad ammortizzare quello che perderebbe continuando a fruire dell’assegno ordinario. Tutto dipende dall’importo che le spetta, e sta poi a lei valutare se conviene o meno rimandare la pensione perdendo la differenza.