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Pensione di vecchiaia, ecco quando 67 anni non bastano più

Non sempre i 67 anni bastano per andare in pensione: vediamo le eccezioni.

Andare in pensione a 67 anni, considerata l’età prevista dalla legge per la pensione di vecchiaia, non è sempre così semplice come potrebbe sembrare. Nonostante il raggiungimento del requisito anagrafico, esistono condizioni ulteriori che possono impedire l’accesso immediato al trattamento previdenziale. Il sistema italiano, infatti, richiede non solo il compimento di una determinata età, ma anche la soddisfazione di altri criteri, come un minimo di contributi versati.

Oltre a 67 anni servono i 20 anni di contributi

Oltre all’età, per accedere alla pensione di vecchiaia è necessario aver maturato almeno 20 anni di contributi. Questo limite rappresenta uno degli ostacoli principali per coloro che hanno avuto carriere lavorative discontinue o hanno iniziato a lavorare tardi.

Ad esempio, chi ha avuto contratti atipici, periodi di disoccupazione prolungati o ha lavorato per brevi periodi senza contributi, potrebbe trovarsi a 67 anni senza aver accumulato i 20 anni di contributi richiesti. In questi casi, l’accesso alla pensione diventa problematico, lasciando molte persone senza una fonte di reddito stabile in età avanzata.

67 anni senza 20 anni di contributi

Per chi non riesce a raggiungere i 20 anni di contributi, esistono alcune soluzioni alternative. Una di queste è la possibilità di riscattare i periodi non lavorati o contributivi, come quelli legati agli studi universitari o ai periodi di maternità non coperti. Questa opzione, tuttavia, comporta un costo che non tutti possono permettersi.

Un’altra possibilità è rappresentata dall’assegno sociale, destinato a coloro che si trovano in situazioni di difficoltà economica. Questo sostegno economico è riservato a chi ha compiuto 67 anni e non dispone di altre fonti di reddito. L’assegno sociale non è una vera e propria pensione, ma una misura assistenziale che garantisce un minimo di sussistenza.

Un altro aspetto cruciale da considerare è l’adeguamento alla speranza di vita. L’età pensionabile in Italia è legata all’aspettativa di vita media e, periodicamente, viene aggiornata. Questo meccanismo potrebbe comportare un ulteriore slittamento in avanti dell’età necessaria per andare in pensione, rendendo ancora più difficile il raggiungimento del diritto alla quiescenza.

Programmare la pensione

Per evitare brutte sorprese in età avanzata, è fondamentale iniziare a pianificare la propria pensione il prima possibile. Verificare la propria posizione contributiva, conoscere le opzioni di riscatto disponibili e informarsi sulle possibilità di integrazione contributiva sono passaggi essenziali per garantire una pensione adeguata.

In un sistema previdenziale complesso come quello italiano, affidarsi a consulenti esperti o rivolgersi agli enti previdenziali può fare la differenza. Solo attraverso una pianificazione consapevole si può evitare di trovarsi in difficoltà al momento di accedere alla pensione, anche quando si è raggiunta l’età anagrafica prevista.

67 anni non rappresentano sempre una garanzia di accesso alla pensione. Le regole del sistema previdenziale richiedono attenzione e preparazione, e ogni lavoratore deve essere consapevole delle condizioni necessarie per ottenere il trattamento pensionistico.

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