Pensione di vecchiaia più facile oggi e nel 2025, la Meloni ti manda in pensione prima, ecco come Pensione di vecchiaia più facile oggi e nel 2025, la Meloni ti manda in pensione prima, ecco come

Pensione di vecchiaia più facile oggi e nel 2025, la Meloni ti manda in pensione prima, ecco come

Sfruttare le normative in vigore, soprattutto quelle nuove e andare in pensione subito. Questo è ciò che ogni contribuente che fino ad oggi aveva incontrato difficoltà a raggiungere il pensionamento, dovrebbe fare. C’è chi effettivamente alla luce di una modifica normativa passata forse sotto traccia, ha la possibilità di prendere finalmente la sua pensione che fino ad oggi l’INPS gli negava. Ma come si può fare?

Pensione di vecchiaia più facile oggi e nel 2025, la Meloni ti manda in pensione prima, ecco come

Nessuno lo dice, forse perché nessuno lo cerca, ma il pensionamento di vecchiaia nel 2024 è più facile. Un provvedimento che è stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2024 dal governo è importante ma poco pubblicizzato. Effettivamente, dire che la Meloni ti manda in pensione prima non è una bugia.

Perché proprio il governo della Premier ha deciso, dal primo gennaio scorso, di allentare le maglie. Molti lavoratori forse non sanno di poter ottenere una pensione anche perché avevano perso le speranze. E adesso vedremo perché.

I contributivi puri sono uno spaccato particolare del sistema pensioni

C’è un particolare settore dei contribuenti italiani che ha delle regole di pensionamento particolari. Sia come calcolo della prestazione che come diritto alla pensione. Lo spaccato è quello dei nuovi iscritti. Si tratta di lavoratori il cui primo accredito di contributi a qualsiasi titolo è successivo all’anno 1995. Lavoratori che vengono definiti come dei contributivi puri. Per loro la pensione è calcolata interamente con il sistema contributivo. E il diritto alla pensione di vecchiaia scatta sempre a 67 anni con 20 anni di contributi come per qualsiasi altro lavoratore. Ma bisogna raggiungere una pensione non più bassa dell’assegno sociale altrimenti la prestazione viene rifiutata dall’INPS.

Domanda di pensione respinta? Se il motivo è questo, meglio riprovarci adesso

Quanti sono i lavoratori che hanno ricevuto la reiezione della domanda da parte dell’INPS perché hanno mancato il requisito dell’importo minimo della pensione? Sicuramente tanti. Anche perché fino al 31 dicembre la pensione di vecchiaia contributiva prevedeva un trattamento non inferiore ad 1,5 volte l’assegno sociale.

Come tanti sono quelli che, sempre come contributivi puri, hanno mancato la pensione perché non hanno raggiunto i 20 anni di contributi a 67 anni di età. C’è chi è riuscito a prendere a 67 anni l’assegno sociale, perché aveva redditi molto bassi (al di sotto dell’assegno sociale o del suo doppio per i coniugati).

Perché con l’assegno sociale i contributi non servono. Ma c’è anche chi per reddito suoi o del coniuge, ha ricevuto la reiezione anche dell’assegno sociale. Tradotto in termini pratici, tantissimi sono i contribuenti che alla fine del 2023 si trovavano ad aver raggiunto 67 anni di età, senza pensione e senza assegno sociale.

Ecco la soluzione che va sfruttata per andare in pensione di vecchiaia prima

Le regole del sistema contributivo aiutano. Perché la pensione di vecchiaia contributiva può arrivare pure a 71 anni, e con solo 5 anni di contributi. Anche perché a 71 anni la pensione viene concessa a prescindere dal suo importo. Grazie alla Meloni e al suo governo, il taglio dell’importo minimo della pensione da raggiungere può permettere ai contributivi puri di non dover aspettare i 71 anni di età.

Chi oggi ha 68, 69 o 70 anni per esempio, se ha ricevuto la reiezione della domanda di pensione in passato per via del vincolo di un trattamento pari ad 1,5 volte l’assegno sociale, oggi può ripresentare la domanda. Sfruttando il fatto che questo vincolo è stato sensibilmente ridotto. Poiché dal primo gennaio 2024 basta raggiungere a 67 anni una pensione pari all’assegno sociale per andare comunque in pensione.