Il “patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” siglato dal presidente Mario Draghi e dal ministro della PA Renato Brunetta, porta diverse novità nel pubblico impiego, tra le quali anche il rinnovo del contratto.
In primis l’individuazione del lavoro agile in via contrattuale ma anche le modalità di pensionamento anticipato per i dipendenti statali.
Nella Pubblica Amministrazione uno dei problemi più rilevanti è dato dallo scarso ricambio generazionale che tocca il suo apice con un dato diffuso da poco: il prossimo anno ci saranno più pensionati ex statali che dipendenti statali attivi.
Pensione con scivolo per gli statali
E’ necessario, quindi, favorire il ricambio generazionale superando anche il turn over per fare in modo che i dipendenti statali più anziani lascino posto ai più giovani che sicuramente sono in possesso di competenze digitali maggiormente avanzate e riescono, di fatto, ad accettare la sfida con le nuove tecnologie.
Da qui nasce l’idea dello scivolo che permetta il pensionamento a tutti coloro che sono vicini al pensionamento. Sulla scia del contratto di espansione, previsto per i dipendenti del settore privato, anche nel pubblico impiego si studia un meccanismo volontario di incentivi all’esodo per tutti quei lavoratori cui mancano 5 anni (o meno) al pensionamento . Lo stesso incentivo, secondo il ministro Brunetta, potrebbe essere utilizzato anche per tutti quei dipendenti che hanno perso la motivazione a continuare a lavorare nel pubblico impiego.
Lo scivolo potrebbe prendere spunto proprio dal contratto di espansione permettendo un anticipo fino a 5 anni (a partire, quindi, dai 62 anni o al raggiungimento dei 36 anni e 10 mesi di contributi per le donne e 37 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini) durante i quali i lavoratori continueranno a percepire una indennità pari a quella che sarebbe stata la loro pensione se avessero potuto accedervi subito e la garanzia di copertura figurativa per l’intero periodo (in questo modo al momento dell’accesso alla pensione vera e propria l’ex dipendente non avrebbe perso nulla a livello contributivo con l’incentivo all’esodo).