Dall’INPS la pensione anticipata 2025 ai disoccupati, novità e regole Dall’INPS la pensione anticipata 2025 ai disoccupati, novità e regole

Pensione, ecco il premio per chi resta a lavorare

La guida a ciò che ci guadagna il lavoratore che lascia il servizio più tardi come importo di stipendio e di pensione.

Andare in pensione o restare a lavorare. Un quesito che può sembrare strano ma che come vedremo non lo è per chi ha di fronte a se una scelta. Infatti anche se andare in pensione può rappresentare l’aspirazione di molti, ci sono diversi motivi che possono spingere qualcuno a restare in servizio senza anticipare l’uscita.

Pensione, ecco il premio per chi resta a lavorare

Per la pensione, ecco il premio per chi resta a lavorare anche se potrebbe già mettersi a riposo. Si tratta di quello che erroneamente qualcuno chiama ancora Bonus Maroni. La misura altro non è che uno sgravio dei contributi a carico del lavoratore, per tutti i mesi di permanenza al lavoro, successivi a quello in cui lo stesso lavoratore ha maturato il diritto alla quota 103. Infatti chi si trova a 62 anni di età già compiuti, con 41 anni di contributi versati può scegliere tra:

  • Andare immediatamente in pensione con il calcolo contributivo se ha maturato il diritto alla quota 103 nel 2024, altrimenti con calcolo misto;
  • Continuare a lavorare e sfruttare il bonus pari al 9,19% di stipendio fino al raggiungimento dei 67 anni di età per la vecchiaia o dei 42 anni e 10 mesi delle pensioni anticipate ordinarie.

Molti i vantaggi del restare al lavoro

In pratica, restare al lavoro altri 22 mesi, cioè giusto per la distanza tra la quota 103 e la pensione anticipata ordinaria (da 41 a 42,10 anni di contributi), conviene. basta presentare domanda all’INPS ed ecco che nella busta paga l’interessato otterrà il 9,19% in più di stipendio. Questa percentuale non è altro che la quota di contribuzione a carico del lavoratore. Oltretutto, l’interessato riuscirà così a maturare ulteriori 22 mesi nel proprio montante contributivo, che significa una pensione a 42,10 anni di contributi più ricca di una con 41 anni. Infine, c’è da considerare anche il fatto che uscendo dopo 22 mesi, cambia l’età anagrafica. E come tutti sanno, una pensione è più alta se l’età di uscita è maggiore, perché i coefficienti di trasformazione del montante contributivo in pensione sono migliori se l’età del pensionamento è maggiore. Più contributi e coefficienti migliori sono vantaggi che possono riguardare i lavoratori a prescindere dalla misura scelta per il pensionamento, e quindi non solo per la quota 103. Per quest’ultima misura però come detto c’è da fare i conti anche con il calcolo contributivo. Rinunciare alla quota 103 e puntare alla pensione anticipata ordinaria infatti fa si che la pensione torni ad essere calcolata con il misto e non con il contributivo come obbliga a fare la quota 103 nel 2024.