Possiamo dare praticamente per certo il pacchetto pensioni della legge di Bilancio. Ormai è praticamente certa la proroga dell’opzione donna, dell’Ape sociale ed anche della quota 103 nel 2025. Ma sono soprattutto due le misure che sommate ad altre due attive perché strutturali, aumentano le possibilità di pensionamento per gli invalidi e per chi ha invalidi da assistere. In pratica sulle pensioni 2025 aumentano le possibilità di anticipare l’uscita per chi ha delle patologie fisiche o psichiche invalidanti o per i suoi familiari.
Pensione invalidi e familiari di invalidi: ecco 4 diverse pensioni 2025 da prendere al volo
Aumentano le possibilità sulle pensioni anticipate 2025 per invalidi con o senza legge 104 e per i familiari che li assistono e questo fatto è dovuto dalla proroga di opzione donna e dell’Ape sociale. Due misure che hanno negli invalidi e nei caregivers alcune categorie di soggetti a cui si applicano. Nel 2025 però sono ben 4 le pensioni anticipate per invalidi con o senza legge 104 e per i familiari che fanno il caregiver. Con almeno il 74% di invalidità nel 2025 saranno tre le possibilità di accedere ad una pensione in anticipo. E il vantaggio come vedremo è nettissimo.
Innanzitutto, un invalido può andare in pensione nel 2025 una volta raggiunti 63 anni e 5 mesi di età ed una volta completati i 30 anni di contributi versati. La misura si chiama Ape sociale e doveva scadere il 31 dicembre 2024 ma è stata prorogata per l’anno prossimo. Si tratta della solita misura di accompagnamento alla pensione, priva di assegni familiari, rivalutazione e maggiorazioni. Senza tredicesima, non reversibile e con un importo massimo che può arrivare fino al massimo 1.500 al mese. Sulla misura vige la regola del divieto di cumulare i redditi da lavoro con i redditi da pensione, fatto salvo il lavoro autonomo occasionale fino a 5.000.
Con le stesse regole possono lasciare il lavoro anche i caregiver. Cioè i familiari che assistono un parente disabile con cui vivono insieme da almeno 6 mesi.
Ape sociale solo a 63 anni e 5 mesi? COn 41 anni di contributi l’invalido esce a qualsiasi età
Se l’Ape sociale per gli invalidi e per i caregiver può sembrare una misura molto vantaggiosa, ancora di più potrebbe essere la quota 41 per i precoci. Anche in questo caso serve un grado di invalidità non inferiore al 74% confermato tramite verbale della commissione medica invalidi civili. Per gli invalidi e per chi li assiste c’è anche la pensione una volta raggiunti i 41 anni di contributi versati. La misura a differenza dell’Ape sociale non ha tutti quei vincoli prima citati tra importo massimo della prestazione e assenza di trattamenti aggiuntivi e tredicesima. Inoltre rispetto all’Ape sociale permette di continuare a svolgere alcune attività lavorative sia da dipendente che da lavoratore autonomo. Bastano quindi 41 anni di versamenti, di cui almeno un anno prima dei 19 anni di età e 35 effettivi (senza figurativi da disoccupazione o malattia). La misura non ha alcun vincolo anagrafico.
Opzione donna 2025 ok, ma i requisiti vanno centrati 12 mesi prima
Se parliamo di misure confermate dalla legge di Bilancio appena approvata dal Consiglio dei Ministri, non si può non parlare anche di opzione donna. Altra misura questa che vale nel 2025 anche per invalidi con o senza legge 104 e per i familiari che li assistono.
Opzione donna per il 2025 anche permetterà di lasciare il lavoro ad una invalida al 74% almeno che entro la fine del 2024 abbia raggiunto almeno i 61 anni di età ed almeno 35 anni di contributi versati. Se l’invalidità o la caregiver ha avuto un solo figlio, può andare in pensione nel 2025 se al 31 dicembre 2024 aveva completato sia i 35 anni di contributi che i 60 anni di età. Se invece i figli sono stati più di uno, entro il 2024 vanno completati 35 anni di contributi insieme a 59 anni di età. In questo caso, ben 8 anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia ordinaria.
Pensione con invalidità pensionabile, 56 anni per le donne, 61 anni per gli uomini
Non poteva mancare nel panorama delle pensioni per gli invalidi, il trattamento che prevede l’invalidità pensionabile al posto dell’invalidità civile. In effetti esiste una misura che riguarda chi viene riconosciuto titolare di una invalidità specifica per il lavoro che svolge. Ed è una misura che ha due lati molto favorevoli. Il primo è quello anagrafico visto che possono andare in pensione le donne a 56 anni e gli uomini a 61 anni. E poi c’è il lato contributivo che consente di accedere a questa pensione semplicemente raggiungendo i 20 anni di versamenti. Il grado di invalidità specifica deve essere pari almeno all’80%.