Il governo e i sindacati presto torneranno a discutere sul futuro del sistema pensionistico italiano. Tra conferme, novità e incertezze, la materia resta spigolosa. Da un lato le necessità per lavoratori e pensionati. Dall’altra le necessità di contenimento della spesa pubblica. Il tema delle pensioni è uno dei più delicati e dibattuti in Italia, soprattutto dopo la fine di Quota 100 e Quota 102. E adesso che anche la Quota 103 va in scadenza, ecco che l’argomento diventa ancora più attuale.
Pensione nati fino al 1962, buone notizie arrivano dalle stanze del governo
Per il 2023, il governo ha introdotto Quota 103. Misura che ha preso il posto della Quota 102 che a sua volta aveva preso il posto della Quota 100. Si tratta di una soluzione ponte che consente di andare in pensione con 41 anni di contributi e almeno 62 anni di età. La misura scade il 31 dicembre 2023. Ma per il 2024 già si parla di proroga per questa misura. In base alla normativa coloro che raggiungono i 41 anni di contributi e compiono di 62 anni di età entro il 31 dicembre 2023 possono accedere alla quota 103. Se arriverà la conferma, lo stesso accadrà per chi completa entrambi i requisiti entro la fine del 2024. Soluzione che eviterebbe il problema di dover tornare alla Legge Fornero per chi è nato per esempio nel 1962.
La nuova quota 103 nel 2023, ecco come sarà
Prorogare Quota 103 anche per il 2024 pare sia più che una semplice ipotesi. Una via che pare favorita anche dal fatto che la quota 103 ha avuto discreto successo. Se la conferma vedrà davvero i natali, la misura dovrebbe restare intatta e basarsi su requisiti e principi ormai noti che sono:
- Età minima 62 anni;
- Contribuzione minima 41 anni;
- 35 anni di contributi effettivi senza figurativi da disoccupazione o malattia;
- Importo pensione massimo 2,5 volte il trattamento minimo;
- Divieto di cumulo con redditi da lavoro salvo che per lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro annui.