Perché non sfruttare delle possibilità di andare in pensione molto prima rispetto al previsto? Una domanda questa che nasconde alcune particolari situazioni con cui si imbattono molti lavoratori in Italia. Guardiamo della scarsa conoscenza di alcune misure di pensionamento molto favorevoli che potrebbero essere sfruttate ma che come vedremo molti non sfruttano. Oggi parliamo di una particolare misura di pensionamento che permette di andare in pensione con una combinazione molto favorevole che è quella 60+3. A dire il vero più che una vera pensione parliamo di un prepensionamento anche se a tutti gli effetti si tratta di una prestazione che sarà sempre l’INPS a pagare al lavoratore mese dopo mese seguendo il calendario della normale pensione. E anche se parliamo di combinazione, ci riferiamo al fatto che possono uscire quanti si trovano oppure a 7 anni di distanza dalla pensione di vecchiaia o a 7 anni di distanza dalla pensione anticipata.
Pensione nel 2025 con combinazione 60+35, uscire 7 anni prima ma come?
Andare in pensione a 60 anni di età significa anticipare di 7 anni l’uscita rispetto ai requisiti previsti per la pensione di vecchiaia ordinaria. Uscire con 35 anni di contributi versati significa allo stesso modo uscire con 7 anni di contributi in meno (più o meno), rispetto alle pensioni anticipate ordinarie. In entrambi i casi questi sono i requisiti utili a poter sfruttare una delle misure più favorevoli dal punto di vista dell’anticipo dell’uscita che esistono oggi nel nostro sistema. Parliamo della cosiddetta isopensione. Una misura questa che consente di lasciare il lavoro con largo anticipo a partire dai 60 anni di età oppure a partire da 35 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini e da 34 anni e 10 mesi di contributi per le donne. La misura però non è una classica misura pensionistica. Infatti non è la classica misura che il lavoratore può chiedere all’INPS direttamente scegliendo di uscire dal lavoro una volta maturati i requisiti.
Ecco il particolare meccanismo dell’isopensione
La misura infatti prevede un meccanismo alquanto particolare. Un meccanismo che aggiunge al solito rapporto tra lavoratori e INPS anche i datori di lavoro e i sindacati. In pratica l’azienda che è interessata a ridurre il personale per qualsiasi motivo o che ha interesse a tagliare personale vecchio per assumere lavoratori più propensi alle nuove tecnologie, potrà quindi sfruttare questo canale di prepensionamento senza dover per forza di cose passare dai classici procedimenti di sfoltimento del personale.
In pensione 7 anni prima, ecco come fare a 60 anni di età
Esistono misure di pensionamento normali che prevedono il rapporto diretto tra lavoratore e INPS. Ma come detto prima, ci sono misure che vengono chiamate scivoli aziendali che permettono il pensionamento molto anticipato di alcuni lavoratori ma solo se anche il datore di lavoro è d’accordo e soprattutto dopo aver trovato una intesa con altri soggetti come sono le parti sociali e il ministero del lavoro. Una misura spesso sottovalutata ma sempre valida è nata proprio con l’avvento della riforma Fornero ed è la cosiddetta isopensione. Si tratta in effetti di una misura che arriva a consentire il pensionamento dei lavoratori o di alcuni di loro già a 60 anni di età.
Se qualcuno pensa che l’unica strada per andare in pensione molto prima rispetto ai requisiti di oggi è una nuova riforma delle pensioni è fuori strada. Oggi esistono misure che permettono di uscire molto prima dal lavoro. Solo che molti non le conoscono e non sanno di poterle usare. Per esempio, l’isopensione concede l’uscita già a 60,4 anni o con 35,10 di contributi.
Isopensione 2025, la guida alla misura
Ormai è chiaro che fino a fine 2026 l’età pensionabile pari a 67 anni di età per le pensioni di vecchiaia resterà sempre così. E resterà fissato a 42,10 anni di contributi versati per gli uomini o 41,10 anni di contributi versati per le donne il tetto di uscita senza limiti anagrafici con le pensioni anticipate.
Ma sempre fino al 2026 resta attivo uno scivolo molto importante che consente a determinati contribuenti di andare a riposo già a 60 anni e 4 mesi di età o con 35 anni e 10 mesi di contributi versati (34,10 per le donne).
La misura di cui parliamo si chiama isopensione ed è uno scivolo per i lavoratori del settore privato. Con questa misura si può andare in pensione 7 anni prima dei requisiti ordinari per la vecchiaia o per le anticipate. Chi si trova a 7 anni di distanza dai 67 anni di età per la pensione di vecchiaia o a 7 anni di contributi dai 42,10 o 41,10 delle pensioni anticipate ordinarie, può accedere al prepensionamento.
Occhio alle regole, non è per tutti l’isopensione
La misura oltre a prevedere questi requisiti che deve detenere il dipendente, prevede anche dei requisiti che deve detenere il datore di lavoro. Infatti la sospensione riguarda dipendenti di aziende che hanno in organico almeno 15 dipendenti.
Il trattamento erogato con l’isopensione, lo versa l’INPS come una normale pensione. Solo che si tratta di una misura che stabilisce come il trattamento lo finanzia il datore di lavoro.
L’assegno di prepensionamento o isopensione è completamente a carico dell’azienda a tal punto che oltre al rateo mensile sempre l’azienda si accolla l’onere di garantire a chi esce con 35,10 anni di contributi, anche la relativa contribuzione figurativa che manca ai 42,10 anni di versamenti.
Per il via libera a questi pensionamenti, serve un accordo in sede ministeriale tra i datori di lavoro e i sindacati più rappresentativi in seno alla stessa azienda. Una volta trovata l’intesa e stilato il piano dei prepensionamenti, il dipendente interessato dovrà accettare o meno l’idea di entrare in sospensione.