Agli invalidi bastano solo 5 anni di contributi per andare in pensione. Sembra l’ennesima bufala, ma si tratta di una misura che esiste davvero e che permette a chi ha invalidità di almeno il 67% di andare in pensione avendo versato solo 5 anni di contributi di cui almeno 3 anni versati nel quinquennio precedente. La misura è l’assegno ordinario di invalidità che permette, tra le altre cose, anche di continuare a svolgere attività lavorativa: il reddito da lavoro, infatti, è cumulabile con quello di pensione entro certi limiti.
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Invalidi in pensione con 5 anni di contributi
L’assegno ordinario di invalidità, o pensione ordinaria per gli invalidi, si può richiedere indipendentemente dall’età al possesso dei seguenti requisiti:
- lavoro dipendente nel settore privato o autonomo;
- riduzione della capacità lavorativa di almeno due terzi;
- almeno 5 anni di contributi versati;
- almeno 3 anni di contributi versati nei 5 anni che precedono la domanda di assegno.
Si tratta di una prestazione che non richiede un minimo di età, ma richiede il rispetto di un requisito contributivo e uno sanitario. Da notare bene che la riduzione della capacità lavorativa di almeno due terzi corrisponde a una invalidità civile di almeno il 67%, ma in questo caso deve essere considerata in base alla mansione svolta: una zoppia, infatti, non è considerata invalidante se si svolge un lavoro d’ufficio. Questo solo per dire che la patologia invalidante di cui l’invalido è affetto deve provocare realmente una perdita della capacità lavorativa riferita alla mansione svolta.
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Attenzione alla pensione ordinaria
Quando si decide di richiedere la pensione ordinaria per gli invalidi bisogna fare attenzione a due cose fondamentali:
- si tratta di una prestazione della durata triennale soggetta, poi, a revisione. Alla terza revisione l’assegno ordinario diventa permanente;
- per chi percepisce l’assegno ordinario di invalidità non è possibile accedere alla pensione anticipata, per farlo è necessario attendere l’eventuale scadenza triennale della prestazione e, senza chiedere il rinnovo, presentare domanda di pensione.
Pur trattandosi di un assegno che viene concesso con soli 5 anni di contributi, va tenuto presente che al compimento dei 67 anni cessa di essere erogato e si trasforma in pensione di vecchiaia. Il problema principale per chi accede con pochi contributi e non continua a lavorare è che, poi, potrebbe non avere diritto alla pensione di vecchiaia per la mancanza dei 20 anni di contributi minimi. A questo punto dopo i 67 anni l’unica alternativa che resta al disabile è quella di richiedere l’assegno sociale che, però, ha un importo abbastanza limitato.