Pensione a 60,4 anni o con 35,10 di contributi e la riforma delle pensioni può anche aspettare Pensione a 60,4 anni o con 35,10 di contributi e la riforma delle pensioni può anche aspettare

Pensione per i nati entro il 1963, ecco due diverse opportunità per lasciare adesso il lavoro


Più giorni passano, più si avvicina la legge di Bilancio e maggiori ipotesi, progetti e nuove misure iniziano ad essere discusse per una loro eventuale messa in atto nella manovra.

Dal momento che ogni giorno che passa ed ogni nuova ipotesi è peggio delle precedenti, perché penalizza i lavoratori sia come età di uscita che come importi delle pensioni, ecco che parte una autentica caccia al pensionamento subito.

C’è chi per paura di cosa potrà succedere l’anno prossimo, valuta e calcola eventuali possibilità di lasciare il lavoro nell’immediato.
La caccia alla pensione è scattata quindi. Un vero e proprio effetto collaterale delle tante voci riguardo ad una nuova riforma della previdenza che non lascia presagire nulla di buono.



Pensione per i nati entro il 1963, ecco due diverse opportunità per lasciare adesso il lavoro


L’esperienza della riforma Fornero ha lasciato cicatrici aperte non ancora sanate. La nascita degli esodati di allora, con persone rimaste di colpo senza lavoro e senza pensione per via del repentino aumento dei requisiti prodotto sulle pensioni dal decreto Salva Italia del governo Monti/Fornero, mette ansia ogni qualvolta si parla di nuove misure e di novità previdenziali. Oggi per esempio si parla di una quota 41 penalizzata dal calcolo contributivo, della cessazione dell’Ape sociale e di opzione donna, di una finestra di 6 mesi per le pensioni anticipate ordinarie.

Tutto peggio di prima quindi. E allora, ecco che molti si chiedono se non sia il caso di lasciare il lavoro adesso, con le regole attuali, senza subire eventualmente ciò che accadrà di negativo in futuro. Anche se al momento tutto è ipotetico, le paure restano tantissime.

Ecco che strade prendere prima che arrivi una nuova riforma delle pensioni

La riforma Fornero ha allontanato le pensioni dei lavoratori e c’è il timore che anche le novità del 2025 facciano lo stesso. Ecco quindi che molti cercano soluzioni alternative. E per i nati entro il 1963, le possibilità di andare in pensione anche adesso non mancano.

Certo, bisogna capire che requisiti servono e che misure si possono sfruttare. Per i nati entro il 1963 addirittura ci sarebbe da scegliere tra due diversi canali di pensionamento anticipato.
Partiamo dalle donne, ovvero dalle lavoratrici che hanno completato 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2021.

Oggi a 61, 62, 63 anni di età o oltre, queste lavoratrici possono andare in pensione alla pari di tutte le altre che nel 2021 hanno compiuto almeno 58 anni di età se lavoratrici dipendenti o almeno 59 anni di età se lavoratrici autonome. Lo strumento è naturalmente opzione donna.

Opzione donna subito, a prescindere dai tagli che prevede


In effetti oggi chi ha 61 anni di età perché nato nel 1963 se ha 35 anni di versamenti nel 2021, può andare in pensione. E fermo restando i 35 anni di versamenti da completare entro la fine del 2021, anche chi oggi ha 62 anni di età o 63 o ancora oltre.

Per chi invece ha oggi 63 anni e 5 mesi, anche se rientra in opzione donna, sarebbe anche il caso di verificare la possibilità di andare in pensione con l’Ape sociale. Perché bastano 36 anni di contributi se l’interessato appartiene alla categoria dei lavori gravosi.

Oppure 30 anni se appartiene alle categorie dei disabili, dei caregivers o dei disoccupati. Verrebbe meno il vincolo di aver raggiunto 35 anni di versamenti nel 2021. Sia l’opzione donna che l’Ape sociale sono due misure penalizzanti. Quindi, chi può scegliere, farebbe bene a guardare alle penalità per comprendere quale via sia la migliore.



Ape sociale e opzione donna, ecco le penalizzazioni


Con opzione donna la pensione è calcolata con il sistema contributivo. Significa che anche chi ha diritto al calcolo misto, deve sopportare di prendere una pensione più bassa per poter uscire prima dal lavoro. Per lavoratrici che hanno già 18 anni di versamenti o più prima del 1996, è evidente che siamo di fronte a dei tagli di assegno superiori al 30%.

L’Ape sociale invece prevede una prestazione senza tredicesima (opzione donna invece la prevede), senza assegni familiari se eventualmente spettano e senza maggiorazioni. Inoltre mentre l’opzione donna aumenta anno dopo anno con il meccanismo della indicizzazione, non è così per la pensione con l’Ape sociale.